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PETROLIO : Chiude il pozzo di Ombrina Mare 2 – Una vittoria dei cittadini

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DOPO IL REFERENDUM CHIUSO OMBRINA MARE 2

Una vittoria importante nella lotta contro le trivelle

di Pietro Venier


 Ombrina Mare pozzoSono passati tre mesi dal Referendum che ha portato 11 milioni di italiani a votare contro le trivelle che devastano il nostro Mare alla ricerca dell’oro nero. Quel referendum era il frutto di anni ed anni di lotte ambientaliste contro queste pericolose installazioni. Oggi, nonostante il Referendum non abbia raggiunto il quorum necessario, si vedono le prime conseguenze, in questo caso positive, di quelle mobilitazioni.

Chiude, per sempre, Ombrina Mare 2. Lo ha comunicato  la Capitaneria di Porto di Ortona diffondendo una ordinanza che vieta la navigazione e la balneazione nel raggio di 500 metri dall’area interessata dagli interventi. Sappiamo quindi che, entro ferragosto, dovrà essere rimossa la testa di pozzo che emerge per 13 metri dall’acqua. L’impianto sorge al largo della costa di Pescara e, sin dalla richiesta di autorizzazione alla coltivazione del giacimento che risale al 2008, aveva registrato la ferma e diffusissima opposizione della popolazione  culminata con la cosiddetta “marcia dei 60mila” a Lanciano nel 2015. In quella occasione un interminabile corteo, il più grande nella storia dell’Abruzzo, aveva riunito manifestanti provenienti da tutto l’Abruzzo e non solo scesi in piazza per dire NO ad un Abruzzo distretto petrolifero e NO all’Adriatico costellato di piattaforme offshore.

Mentre le autorità locali hanno dichiarato la loro contrarietà il Governo, al contrario, è stato a lungo sordo alle proteste dei cittadini. Con il Decreto “Sblocca Italia” Renzi ha addirittura dato il via libera alle perforazioni in Adriatico. Oggi però, anche dopo il voto di aprile, nessuno può più far finta di niente.

Speriamo che questa sia solo la prima di una lunga serie di chiusure di pozzi. L’Italia e le sue coste non hanno bisogno di altro inquinamento. Il Mare è una risorsa preziosa che non va sprecata alla ricerca di immediati profitti con l’energia sporca.


Il video pubblicato è del 2014 e fa parte della campagna popolare contro l’impianto

 

 

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