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25 APRILE A MILANO: Il Governo che verrà

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MILANO RISPONDE ALL’APPELLO. TUTTI IN STRADA PER LA LIBERAZIONE.

Risuonano le parole del Presidente Mattarella sul valore della Resistenza e della Costituzione. A oltre un mese dalle elezioni manca ancora un governo, mentre PD e M5S provano a fare il “pane”

Interviste a cura di Alfredo Comito  LiberaRete – Libera.tv

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LiberaTv 25 APRILE 2018 (3).Movie_IstantaneaMILANO – Affollato come sempre a Milano il corteo del 25 aprile che ricorda la liberazione dalla dittatura fascista e dalla occupazione nazista. Liberazione dal sonno e dalla repressione di un regime che con la forza ha colpito le organizzazioni dei lavoratori, ucciso e imprigionato i suoi migliori rappresentanti, teorizzato la superiorità della razza, deportato ebrei e zingari, e gettato il Paese in una guerra folle contro il resto del mondo. Tutto questo accadde non certo senza responsabilità del Re e della borghesia industriale che vedeva di buon occhio le squadracce in camicia nera abbattersi contro i militanti rossi che avevano organizzato gli scioperi e le occupazioni degli ultimi anni. Un’Italia povera per gli operai che guadagnavano molto poco per 13 ore di lavoro al giorno, e per i contadini che al sud vivevano ancora come nel Regno delle due Sicilie, sotto i grandi latifondi nei quali i baroni avevano potere assoluto. Altro che stato sociale fascista!

Mantenere lo status quo sotto il manganello è stata la chiave di svolta del fascismo, che ha saputo “concordare” col Vaticano i Patti Lateranensi, e servire agli industriali bassi salari grazie a un Decreto Legge. Solo nel dopo guerra, con la Costituzione antifascista, l’Italia ha conosciuto la prima riforma agraria, le elezioni democratiche, la rinascita dei sindacati e di ogni forma associativa prima proibita. Ma bastano due generazioni per dimenticare, specie se a scuola non si approfondisce la storia e, peggio ancora, se uomini e donne delle istituzioni tentano di riscriverla negando il valore della Resistenza e le responsabilità dei fascisti.

“Nei valori della resistenza di può trovare l’antidoto al razzismo” ha ripetuto il Presidente della Repubblica Mattarella, ma ciò non è risuonato allo stesso modo in tutta Italia, A Trieste, il sindaco ha boicottato la manifestazione sentenziando che il 25 aprile è una festa della “sinistra”, e quello di Todi, con una giunta sostenuta dalla formazione di estrema destra Casapound, ha revocato il patrocinio alla Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Alla faccia dei valori della resistenza, delle parole del Presidente e delle migliaia di partigiane e partigiani morti per ridare dignità e libertà ad un Paese sconfitto e umiliato dal regime e dalla guerra.

Intanto, manca il governo e nessuno tra i sostenitori del PD e quelli di M5S, danno molte chance alla seconda consultazione affidata al Presidente della Camera Fico. L’unica rilevante novità è che ora tutti la chiamano “forno”. Se ne chiude uno e se ne apre un altro, ma il pane non è mai cotto. Ma poi viene da domandarsi: ma il pane ce lo hanno messo nel forno?LiberaTv 25 APRILE 2018 (2).Movie_Istantanea

Per non entrare in confusione, dopo una lunga ed estenuante riunione di redazione, abbiamo deciso di riutilizzare l’espressione “consultazione parlamentare” sperando di non infastidire nessuno, soprattutto i fornai a cui siamo grati per il pane quotidiano.

Tutti i soggetti politici parlano di povertà e lavoro, e dei rimedi che hanno nei programmi, anche coloro che hanno votato le pesanti e contestate riforme sul lavoro e sui servizi a danno delle fasce più deboli della società.  Un giovane coordinatore del PD ci dice che non intende cancellare il Jobs Act perché ha semplificato i contratti riducendo quelli precari, dimenticando però, che i 46 tipi di contratti precari introdotti dalla Legge 30 (governo centro-destra) sono ancora lì e compongono ormai oltre 80% delle nuove assunzioni.

Chissà cosa direbbero i partigiani di questa confusione? Chissà che messaggio lancerebbe il Presidente Pertini, socialista, finito in galera ed evaso insieme a Saragat e altri cinque detenuti da Regina Coeli con un piano ardito per riprendere la lotta contro i fascisti?

Già, proprio Pertini, che andava a lavorare ogni giorno a piedi al Quirinale per poi tornarsene a casa come ogni lavoratore italiano. Lui che aveva aperto le porte del palazzo ai ragazzi delle scuole e che giocava a scopone con Zoof?

Di certo, Milano una risposta l’ha data. La resistenza e i valori legati alla lotta di liberazione, sono un patrimonio del popolo, un ideale che sa ancora unire gli italiani, nonostante qualche simpatizzante fascista si affanni per impedire la memoria. Nella incertezza politica, la nostra Costituzione resta la nostra bussola, l’ancora a cui l’Italia democratica è legata e che spera sia un giorno applicata. Sarà quel giorno, il giorno del cambiamento.

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LiberaRete Lombardia Profilo del gruppo lombardo dell'associazione LiberaRete che opera su Libera.Tv

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