CINA : IL FUTURO E’ VERDE
La svolta ambientalista del gigante asiatico emerge dal 13° piano quinquennale
di Pietro Venier
La straordinaria crescita della Cina non ha avuto, ovviamente, solo aspetti positivi. Tra le conseguenze più negative dello sviluppo economico ed industriale c’è sicuramente il rapido deteriorarsi dell’ambiente in larga parte dei territori. Rapida urbanizzazione, scarsa attenzione agli inquinanti, utilizzo massiccio di fonti fossili a partire dal Carbone, scarsa efficienza energetica sono solo alcuni degli elementi che hanno portato la Cina ad una vera crisi ambientale generalizzata. Le immagini della popolazione di Pechino costretta a vivere perennemente immersa in una nuvola di smog contrastano violentemente con l’idea di progresso armonico promesso dalla dirigenza cinese.
Ora però alle porte potrebbe esserci una vera e propria svolta. Spinti da una opinione pubblica interna sempre più sensibile al tema dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile, i dirigenti cinesi hanno aperto un confronto che ha portato alla centralità della questione ambientale come questione economica di carattere strategico.
In questi giorni infatti il Governo cinese ha approvato il tredicesimo Piano quinquennale. Si tratta del documento politico fondamentale che stabilisce il quadro normativo, le priorità e i principali obiettivi di sviluppo economico e sociale per il periodo 2016-2020. Questo nuovo piano è il primo di quella che viene definita “la nuova normalità” e cioè un periodo che dovrà essere caratterizzato da una fase di crescita moderata basata su un maggior consumo domestico rispetto al precedente modello basato sul predominio delle esportazioni.
Il nuovo piano prevede un tasso di crescita media annuale del PIL nazionale tra il 6,5% e il 7% e comprende misure per affrontare alcune delle sfide più pressanti per il Paese, come l’eradicazione della povertà e la crescente urbanizzazione.
La gran parte degli obiettivi vincolanti che il Piano definisce ( addirittura 10 su 13) riguradano l’ambiente, lo sviluppo sostenibile e le risorse naturali.
In materia di clima ed energia la Cina ha deciso che entro il 2020 :
- taglierà del 15% l’intensità energetica (l’energia consumata per unità di PIL) rispetto ai livelli del 2015;
- ridurrà del 18% l’intensità di carbonio (l’ammontare delle emissioni di gas serra per unità di PIL) rispetto ai livelli del 2015;
- manterrà il totale del consumo energetico sotto l’equivalente di cinque miliardi di tonnellate di carbone.
- produrrà il 15% di energia non da fonti fossili
Secondo le stime del World Resources Institute, il nuovo Piano quinquennale della Cina pone il Paese sulla strada per ridurre del 48% i propri livelli di intensità di carbonio entro il 2020 (rispetto ai livelli del 2005), permettendo di superare l’obiettivo del 40-45% di riduzione entro il 2020, annunciato nel 2009 prima della Conferenza sul clima di Copenaghen.
Si tratta di obiettivi ancora parziali ma ambiziosi per un Paese che non ha certo completato la sua strada verso il pieno sviluppo. Questi obiettivi, se realizzati, potrebbero consentire a quella che si prospetta come la prima economia del pianeta di contribuire in modo decisivo al contenimento del cambiamento climatico.
Se la Cina comincia a fare la sua parte è il tempo che anche l’Europa e gli Stati Uniti dimostrino di essere capaci di cambiare per salvare il nostro Pianeta.
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