Si può uccidere un figlio per amore?
Davvero il bene deriva dal sacrificio umano di un predestinato? Chi destina il proprio figlio al martirio è un dio, un genitore o un assassino? Semplici domande che sono già constatazioni che lasciano sgomenti. Il paradigma su cui il cristianesimo cattolico fonda i propri insegnamenti sono ispirata da una visione perversa dei rapporti affettivi nella famiglia e si rivelano una apologia organizzata in forma di prescrizione di fede dei peggiori istinti figlicidi tipici della distruttività umana. La religione non è una semplice 'rappresentazione' dell'inconscio, ma si pone come prescrizione morale e concreta forma di educazione suggestiva, traumatica, del personalità nascente dell'individuo. La conseguenza è inevitabilmente l'instaurarsi di componenti sadiche e masochiste nell'Io della persona, nei suoi rapporti affettivi, nel modello di relazioni sociali che ne consegue. A cura di Sergio Martella
(1741)
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