Trailer del film documentario Youngstown – Un'altra volta, un'altra Onda per informazioni: info@officinamultimediale.eu | L'approvazione dei decreti legge n° 112/2008 e n° 137/2008 adottati durante l'estate – momento elettivo per sancire le nefandezze della politica istituzionale – e convertiti rispettivamente in legge n° 133 del 6 agosto 2008 e legge n° 169 del 29 ottobre 2008 aggredisce i tre livelli dellistruzione pubblica con tagli alle risorse che traducono inequivocabilmente l'intento di sistematico smantellamento del sistema della formazione. Un progetto avviato dalla sinistra e proseguito a destra con non minore scrupolo: negli ultimi dieci anni destituzione di senso e riforma hanno assunto in ambito istituzionale unallarmante sinonimia. Lapporto della riforma Gelmini – aldilà delle presunte astuzie comunicative – è il tentativo per differenziare i finanziamenti agli atenei, usare la retorica del merito per dequalificare i saperi e costruire gerarchie nel mercato del lavoro, imporre una presunta logica dell'efficienza produttiva per innalzare le rette, rafforzare i numeri chiusi e introdurre i prestiti donore, ossia quel meccanismo del debito che sostanzia i processi di finanziamento del welfare. Questo quadro sarebbe incompleto senza menzionare la questione di una crisi – la crisi – cominciata nel 2007 con il crollo del sistema del debito e dei sub-prime degli Stati Uniti. Il taglio drastico dei fondi al sistema della formazione pubblica declina così una doppia congiuntura: il disfacimento del sistema della formazione in Italia amplificato dalla recessione economica globale. LOnda Anomala – nome e corpo collettivo – è destinata a qualificarsi come primo grande movimento – senzaltro in Italia, clamoroso tuttavia anche nel panorama internazionale – in grado di rovesciare la crisi in spazio di opportunità, in spazio di possibilità di conflitto, in spazio di costruzione di altra università. Ed ecco che – già dallestate, poi in modo corposo a settembre e con linizio di ottobre del 2008 – la parola dordine irrompe nelle università – «noi la crisi non la paghiamo!» – ed immediatamente migliaia e decine di migliaia e centinaia di migliaia di studenti iniziano a prendere parola nelle assemblee. «Noi la crisi non la paghiamo!» diventa così lespressione di unintelligenza collettiva che si forma nelle lotte ed esprime il rifiuto a pagare i costi della crisi globale. Significa in primo luogo la richiesta di abrogazione delle leggi 133 e 137, strumenti cardinali di dismissione di scuola ed università.
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