8 MARZO – UNA MIMOSA PER ROSSELLA, AINHOA E LE DONNE SAHARAWI
Roma, 8 marzo 2012
Intervista a Luciano Ardesi presidente dell'Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Saharawi che ha lanciato la proposta di dedicare l'8 marzo a Rossella Urru rapita mentre portava la sua solidarietà alle donne dei campi profughi. Rossella deve essere liberata e per farlo è necessaria anche la mobilitazione. Bisogna ricordare perchè Rossella era nei campi profughi in Algeria ed il suo impegno a fianco della popolazione Saharawi nella sua lotta per veder riconosciuto il diritto all'autodeterminazione.
Intervista di Jacopo Venier
Riprese intervista di Roberto Pietrucci
Post-produzione di Simone Bucci
ANSPS
Associazione Nazionale di Solidarietà al Popolo Saharawi
COMUNICATO STAMPA
Una mimosa per Rossella, Ainhoa e per le donne sahrawi
Roma, 7 marzo 2012
A oltre quattro mesi dal rapimento, l’Ansps esprime affetto e solidarietà verso Rossella Urru, Ainhoa Fernandez de Rincon ed Enric Gonyalons – cooperanti internazionali, sequestrati lo scorso 22 ottobre da terroristi – e alle loro famiglie. In occasione dell’8 marzo, Festa della donna, ricorda l’impegno e l’aiuto che le amiche Rossella e Ainhoa hanno portato ai profughi sahrawi nel deserto del sud dell’Algeria e, in modo particolare, alle donne sahrawi. Nei campi profughi, le donne ricoprono, infatti, un ruolo fondamentale in un contesto ambientale e materiale difficilissimo e assicurano l’organizzazione quotidiana della vita in esilio. Nei territori occupati dal Marocco, le donne sahrawi sono in prima linea nelle manifestazioni pacifiche contro l’occupazione straniera che, nel silenzio delle istituzioni internazionali, calpesta la dignità e libertà di un intero popolo. Confidando nella diplomazia e nei servizi segreti del governo italiano e spagnolo, l’Ansps invita gli amici solidali a partecipare, con speranza e amicizia, alle numerose iniziative per la liberazione di Rossella, sollecita gli Enti Locali a promuovere ordini del giorno per la felice conclusione del rapimento e a esporre la fotografia di Rossella sulla facciata delle proprie sedi. Ai mezzi di comunicazione, chiede di vagliare con attenzione le fonti d’informazione per evitare la diffusione di notizie inquinate, che circolano fin dai primi giorni del sequestro e che potrebbero ritardare o addirittura mettere a rischio la liberazione dei cooperanti. Rossella Urru, la notte del rapimento, il 22 ottobre 2011, si trovava, per conto del CISP, nel campo profughi sahrawi nei pressi della città di Tindouf, nel Sud dell’Algeria, impegnata insieme ai due cooperanti spagnoli nella missione a favore dei rifugiati sahrawi. Il sequestro, rivendicato da una branca di Al Qiada nel Maghreb Islamico (AQMI), è il primo attacco contro la cooperazione internazionale che opera per i sahrawi, popolo che da 36 anni – lotta per la propria libertà, dignità e autodeterminazione.
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