Vertice europeo. Le posizioni della sinistra
Cremaschi, Ferrero e Vendola commentano l’accordo anti-spread
Monti non è Balotelli, ma Jaruselsky
di Giorgio Cremaschi
29.6.2012
Si festeggiano assieme la vittoria dell’Italia nel calcio e quella del governo nel vertice di Bruxelles. Ma e’ sbagliato perché’ Monti vince contro di noi.
La conquista, infatti, di qualche intervento per abbassare lo spread avviene al prezzo dell’ accettazione dei più rigidi meccanismi del fiscal compact. Cioè ancora controriforme, tagli, tasse e privatizzazioni. Si dice che però questo avviene avendo respinto l intervento diretto dei poteri europei e del fondo monetario, la famigerata troika che ha portato alla fame la Grecia.
Sì è vero non siamo stati formalmente invasi, ma ci siamo autoinvasi accettando tutte le condizioni degli invasori. Come la Polonia del 1981 ove il generale Jaruselsky prese il potere per evitare l’invasione sovietica. Quindi niente gioia calcistica applicata allo spread, la direzione di marcia continua ad essere quella che ci ha portato alla crisi attuale.
La questione di fondo in Italia e in Europa e’ la necessità della rottura con il pensiero e la politica unica che le comandano. Oggi questa politica ha portato il continente nella più grave crisi economica dal 1929. Del resto la politica economica e’ la stessa dei governi di allora, austerità, tagli alla spesa pubblica, distruzione dei diritti del lavoro. Il risultato di allora fu il nazismo in Germania.
Oggi non sappiamo dove finirà la crisi sul piano politico, ma sappiamo che non finirà .
Il governo Monti e’ l’ espressione diretta di questa politica. Tecnicamente e’ un governo reazionario, perché al centro del suo operare sta la controriforma sociale. Tutto il sistema dei diritti sociali deve essere completamente smantellato, la crisi deve essere affrontata facendo ricorso agli spiriti animali del mercato e alla competitività selvaggia delle persone. Come ha detto la ministra Fornero il lavoro non e’ un diritto, ma deve essere conquistato nella dura lotta per la sopravvivenza. Un paese diventato una società low cost potrà tornare ad attirare gli investimenti. Questo e’ quanto pensa più in grande il presidente della BCE Mario Draghi, che ha recentemente affermato che il sistema sociale europeo e’ destinato a morire. E lui sta tra coloro che si prodigano per accelerarne la fine.
Questa Europa non e’ riformabile e va verso la crisi estrema, assieme alle classi dirigenti di centro destra e centro sinistra unite nel condurre al disastro.
Il governo monti esiste e agisce con il sostegno determinante del Pd. In Grecia per la prima volta e’ stata la moneta a vincere le elezioni, e ha formato un governo con forze politiche gemelle a quelle che governano in Italia.
Sarà ancora presto per dirlo, ma la prima impressione e’ che il riformismo progressista del governo Hollande sia già in difficoltà di fronte al sistema di comando europeo.
Se vogliamo salvare la democrazia sociale del dopoguerra, anzi farla progredire, questa Europa della Bce, del fiscal compact, dei patti di stabilità va rovesciata, non c’e’ nulla da salvare in essa.
Le ridicole discussioni su come aggiungere crescita al rigore, prive di qualsiasi senso compiuto, lo dimostrano. Oggi una sinistra anticapitalista in Europa si ricostruisce a partire dal no al rigore. Questa e’ la discriminante costituente dei nuovi schieramenti e non la ridicola distinzione tra un centro destra e un centro sinistra che sostengono la stessa politica.
Deve saltare il banco, deve essere rifiutata la schiavitù del debito e tutto il corollario di austerità per i poveri e speculazione per i ricchi.
E non ci si può far ricattare dalla moneta, ultimo spauracchio agitato di fronte alla crescente rabbia sociale, dopo che i ricatti della signora Merkel si sono indeboliti. Questa Europa va distrutta e ricostruita su altre basi realmente democratiche, pubblico, eguaglianza, beni comuni, riconversione delle produzioni e dei consumi.
Questo e’ il solo progresso che il nostro piccolo continente può’ portare all’umanità.
COMUNICATO STAMPA
VERTICE EUROPEO – FERRERO (PRC -FDS): “MONTI VINCE, IL POPOLO ITALIANO PERDE, LE STANGATE E LA RECESSIONE CONTINUANO”.
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha dichiarato:
“L’esito del vertice europeo è molto rilevante, ma non è positivo. In primo luogo i cittadini pagheranno i debiti delle banche private di tutta Europa. Si tratta di una gigantesca socializzazione delle perdite che non ha precedenti. Gli speculatori non dovranno così pagare il conto dei propri azzardi perché il conto lo pagherà il Fondo Salva Stati cioè i cittadini di tutta Europa con le loro tasse. Si tratta di un salasso enorme ai danni dei cittadini se pensiamo che solo per le banche private spagnole sono stati stanziati 100 miliardi di euro. In secondo luogo il Fiscal Compact non è stato modificato e questo determinerà un salasso per lo stato italiano di 45 miliardi all’anno per i prossimi vent’anni: la recessione è assicurata perché le misure per la crescita sono per quanto riguarda l’Italia molto inferiori e perché si taglia sul welfare e si investe su grandi opere sovente inutili e dannose (come la Tav). In terzo luogo, invece di permettere alla Bce di comprare direttamente i titoli di stato o di fare gli eurobond o di trasformare il Fondo “Salva stati” in una banca che possa accedere alla liquidità illimitata della Bce, si costruisce un meccanismo in cui il Fondo “Salva stati” – con pochissime risorse – può intervenire a sostegno dei paesi che abbiano già demolito il welfare e che si impegnino a continuare a farlo. Questo sotto stretto controllo della troika (BCE, FMI e UE) e firmando un memorandum in cui il paese viene nella sostanza commissariato. Si tratta di una misura – quantitativamente non diversa da quanto fatto dalla Bce fino ad ora – del tutto insufficiente per evitare la speculazione sull’Euro, ma efficacissima per continuare il ricatto sui singoli paesi, costringendoli a politiche di rigore che demoliscono il welfare e i diritti dei lavoratori. Il tecnocrate liberista Monti esce vincente dal vertice, il popolo italiano perde e le stangate e la recessione continuano”.
29 giugno 2012
(ECO) Vertice Ue: Vendola, no a trionfalismi, montagna ha partorito topolino
“Non emerso nulla di nuovo, nulla all’altezza della crisi” (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 29 giu – “Stupisce molto l’enfasi retorica che ha accompagnato la chiusura del Vertice europeo, certi toni trionfalistici, l’idea che si possa comparare la splendida partita di ieri alla complessa partita dei protagonisti nell’Ue”. Cosi’ il leader di Sel, Nichi Vendola, che in una conferenza stampa alla Camera liquida l’esito del negoziato di Bruxelles come “la montagna che partorisce il topolino”. Secondo Vendola, che auspicava un’intesa “per finanziare investimenti piuttosto che la ricapitalizzazione delle banche”, l’accordo taglia-spread ripropone “in chiave europea la stessa separazione tra regioni virtuose e regioni canaglia”. Vendola afferma che “non e’ emerso nulla di strutturale, nulla di radicalmente innovativo, nulla all’altezza della crisi” e chiede “di capire cosa c’e’ dentro il Piano di sviluppo e crescita”. E avanza una sia risposta con una citazione cinematografica: “Sotto il vestito niente”.
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