COSTITUITA L'OPPOSIZIONE ORGANIZZATA IN CGIL
Report riunione 30 giugno
NDR. Troviamo utile pubblicare il report della riunione che ha dato avvio ad una nuova area all'interno della CGIL. I toni di dura polemica nei confronti dell'intero gruppo dirigente CGIL sono una novità nel pur aspro dibattito sindacale italiano. Conoscere le opinioni di questa nuova minoranza è quindi importante per valutare e capire ciò che sta succedendo in CGIL e non solo.
Il report:
La conclusione della riunione che ha visto la partecipazione di una sessantina di compagne e compagni di diverse regioni e categorie, è stata quella di formalizzare la costituzione di un' area di opposizione organizzata nell'ambito della minoranza congressuale "La Cgil che vogliamo".
Alla decisione si è giunti dopo una discussione vera e difficile , nella quale a punti di analisi comune seguivano valutazioni differenti sul che fare.
Comune è stato il giudizio sulla sconfitta segnata dall'approvazione della controriforma del lavoro.
Condiviso anche il giudizio sulla gravità della decisione della maggioranza della Cgil di non lottare contro la controriforma e anzi di accreditare un successo inesistente sull'articolo 18. La questione di fondo condivisa è la suabalternità del gruppo dirigente della Cgil al quadro politico che sostiene il governo.
Così pure non si sono taciute le responsabilità del gruppo dirigente della Fiom nell'avere sempre più messo la sordina alla critica alla Cgil e nell'aver progressivamente ridimensionato il peso della grande mobilitazione del 16 ottobre 2010.
La crisi della minoranza congressuale è stata da tutti riconosciuta come esistente da tempo. Tranne poche eccezioni la minoranza è esistita solo nei voti contrari al direttivo, non volendo mai portare davvero questo dissenso nelle categorie e nei territori.
Il punto su cui si è invece sviluppata una differenza di valutazioni è la portata della sconfitta nei luoghi di lavoro e nella contrattazione. E' evidente infatti che sinora le lotte e le proteste più radicali sono rimaste isolate. Nulla di paragonabile, ad esempio, alle contestazioni e alle rivolte dell'autunno del1992. Anche su questo non ci sono state valutazioni differenti, la normalizzazione sociale sta per ora passando e la passività avanza, anche se senza consenso, anzi in un clima di rassegnazione rabbiosa.
Se è così allora è giusto chiedersi, e la riunione l'ha fatto, se vi sia ancora la dimensione di una azione e di una posizione formale e collettiva di sindacalismo antagonista nella Cgil. O se questo spazio sia oramai chiuso. In questo caso saremmo di fronte ad un sostanziale scioglimento delle file della dimensione comune,per organizzarsi liberamente e come si può in attesa di tempi migliori.
Diversi interventi hanno sottolineato parimenti le difficoltà del sindacalismo di base, sottolineando che non rappresenta una alternativa alla crisi della Cgil. Critiche sono state rivolte ad azioni di protesta come quella di Bergamo, alle quali viene imputato di non allargare il consenso e di favorire chiusure autoritarie in una organizzazione che già viene guidata in quella direzione. D'altra parte sono stati denunciati il crescente autoritarismo, il voto di fiducia in sostituzione del confronto, la negazione sostanziale del diritto al dissenso, che oramai non risparmiano neppure la Fiom.
Che fare allora? un compagno ha scritto una lettera, che pubblichiamo, nella quale, pur condividendo molti giudizi, afferma la necessità di agire nella minoranza. Anche una compagna del comitato direttivo nazionale ha affermato la stessa tesi, dichiarando di esser disposta a sottoscrivere la costituzione dell'area di opposizione solo per garantirne le agibilità.
Tuttavia a parte queste posizioni, tutte le altre espresse in una discussione a tratti anche sofferta, sono state per formalizzare L'area.
La situazione è troppo grave per non provarci ancora anche se è comune la coscienza delle difficoltà. Non si tratta di ricostituire la Rete28Aprile, che era parte di uno schieramento in cui stava anche la maggioranza della Fiom. Oggi la situazione è molto diversa e si tratta di organizzare le forze frantumate e disperse che vogliono opporsi alla deriva della Cgil. Si tratta anche di trovare pratiche democratiche più avanzate di quelle di area, sia nelle decisioni sia nella diffusione delle esperienze. Per questo si è deciso di formalizzare immediatamente la costituzione dell'opposizione organizzata, anche come prima risposta interna al cedimento sull'articolo 18.
Ai primi di settembre un seminario dell'area affronterà la piattaforma programmatica e le pratiche politiche
Per ulteriori info:
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