DE MAGISTRIS, LISTA ARANCIONE ALLE POLITICHE
NON MI INTERESSANO PRIMARIE C.SINISTRA, NON VADO A VOTARE
Intervenuto a 'Comincio lunedi', programma radio del sito de l'Espresso il sindaco di Napoli Luigi De Magistris rompe gli indugi sulla famosa 'lista arancione': 'A giorni uscira' un nostro manifesto, completamente alternativo alle politiche di questi mesi.
Raccogliera' molti soggetti, dai movimenti alla societa' civile, a molti sindaci. Avra' contenuti forti, radicali, di alternativa. Sicuramente, puntiamo le elezioni politiche; con chi, dipende dalla legge elettorale: da soli, o in una coalizione piu' ampia, sia di centrosinistra o di sinistra e basta.
Una frecciata a Vendola (Due anni fa aveva un consenso molto forte, ma dopo ha fatto qualche errore, alcune scelte – dalle candidature di Napoli e Palermo al rapporto con Udc e Idv – lo hanno penalizzato) e una al Pd: 'Le loro primarie non mi interessano, neanche andro' a votare. Mi sembrano un confronto personale, non politico, e non mi interessa. Osservo, ma tutto qui: manca un segnale di discontinuita' con l'attuale esecutivo'.
La prima risposta è di Ferrero
ELEZIONI – FERRERO (PRC –FDS): «MOLTO BENE SCELTA DE MAGISTRIS: ALLE POLITICHE LISTA ALTERNATIVA DI SINISTRA»
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, dichiara:
«Ho molto apprezzato le parole di Luigi de Magistris sulla necessità di costruire una lista o una coalizione di liste alternative e di sinistra per le prossime elezioni. Si tratta di mandare a casa Monti e di rottamare il montismo e le politiche di rigore, di cui la coalizione dei democratici e progressisti è purtroppo fedele interprete. Per questo occorre costruire una lista che aggreghi tutte le forze che si oppongono da sinistra al governo Monti: da Rifondazione Comunista all’Italia dei Valori ai Verdi, dal movimento di De Magistris ad Alba, al complesso delle forze di sinistra che domani scenderanno in piazza per il No Monti Day. Si tratta di costruire una proposta di governo per fare in Italia un New Deal, rovesciando le politiche di austerità e disobbedendo ai trattati europei come il Fiscal Compact».
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