DISATTIVARE l’ospedale San Filippo Neri: perché?
Perché è l’unico ospedale pubblico di Roma Nord e non rappresenta gli interessi delle lobbies che condizionano da sempre la sanità romana?
Perché, nel trattamento dell’infarto del miocardio, è uno dei centri che garantisce tra le più elevate probabilità di sopravvivenza in Italia, come testimonia il programma Programma Nazionale Esiti (PNE) ? (Emodinamica attiva 24 ore su 24, 365 giorni l’anno; 150 angioplastiche coronariche d’urgenza nel 2011)
Perché la mortalità dei pazienti con ictus è la più bassa della regione, come testimonia il programma “PNE”?
Perché ha una Cardiochirurgia che nell’ultimo anno ha ridotto la mortalità dei pazienti (3.1%) abbattuto i costi di esercizio del 66%, triplicando il numero di interventi?
Perché in Neurochirurgia si effettuano oltre 50 interventi al mese nonostante i decreti regionali dal 2010 ad oggi abbiano spostato tutta la patologia politraumatica di questa Area al Policlinico Gemelli? Perché il reparto, di fatto, è centro di riferimento per le neoplasie cerebrali? Perché ha una percentuale di interventi maggiori sul cervello superiore a quella delle mastodontiche strutture esistenti nella Regione Lazio?
Perché le complicanze della colecistectomia laparoscopica sono le più basse della regione e si rileva anche la più bassa mortalità per emorragia acuta non varicosa, come testimonia il programma “PNE”?
Perché è una delle pochissime strutture regionali che l’anno scorso ha avuto il coraggio di chiudere un costoso presidio satellite (Valle Fiorita) e riportare l’attività all’interno delle mura ospedaliere (risparmio superiore ai 10 milioni di euro)?
Perché in ospedale si sta per mettere in funzione la strumentazione di radioterapia più moderna ed efficace della Regione Lazio ? (Con investimenti importanti già affrontati e autorizzazioni all’attivazione già concesse dopo un lungo iter burocratico)
Perché ha una delle pochissime strutture regionali di Radiologia interventistica sempre attive?
Perché è la sola struttura pubblica del Centro Sud che fa la brachiterapia dei tumori della prostata?
Perché l’oncologia attira oltre il 50% dei pazienti da fuori regione?
Perché il tasso di occupazione dei letti dell’intero ospedale è superiore al 90%? Perché al S.Filippo, in media, il 10% dei pazienti vengono da fuori regione e il 50% fuori dal territorio della ASL di zona?
Perché, pur con il personale al minimo, si è riusciti a gestire nell’ultimo anno 68 neonati con peso inferiore a 1500 grammi o età inferiore alle 32 settimane?
Perché i laboratori clinici hanno spuntato, con semplici e oneste gare, i migliori prezzi di acquisto
del Lazio su reagenti e diagnostici (circa la metà, dato certificato)?
Perché è l’ospedale che ha insegnato a tutta Roma come si fa la sorveglianza delle infezioni
ospedaliere e l’unico che tiene sotto controllo l’uso degli antibiotici?
No, non ci risponda commissario Bondi. Lei in fondo è un semplice liquidatore con un compito molto limitato e con dati tecnici di scarsa qualità su cui lavorare. Il punto è che i dati di attività del nostro ospedale non sono quelli di una struttura da chiudere, o da “disattivare” come qualcuno dell’Agenzia di Sanità Pubblica (ASP) ha detto. Il San Filippo non è un ospedale marginale – trasformabile in un colpo solo in una residenza per anziani – e, soprattutto, non è un ospedale inefficiente. Chiediamo di poterci confrontare sui dati reali del nostro ospedale e su quelli delle altre strutture del Lazio. Pensiamo di essere competitivi con molti dei “giganti” della sanità regionale, universitaria e non.
Non appena sarà
noto il contenuto dell’incontro tra il direttore generale del S.Filippo e l’ASP, verrà organizzata una pubblica conferenza stampa in cui direttori e responsabili delle unità cliniche ospedaliere comunicheranno i dati reali e aggiornati di questa struttura, in nome di una trasparenza che dobbiamo prima di tutto ai pazienti e poi a noi stessi.
I professionisti dell’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri di Roma
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