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Sul movimento di Grillo – Oltre il fenomeno apparente

Sul movimento di Grillo – Oltre il fenomeno apparente

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Sul movimento di Grillo. Oltre il fenomeno apparente.


Un contributo alla discussione e all’analisi sul fenomeno del Movimento 5 Stelle.

 Fonte : Rete dei Comunisti:

http://www.retedeicomunisti.org/it/interventi/item/4559-sul-movimento-di-grillo-oltre-il-fenomeno-apparente

Si sono scritte tante cose sul “Movimento 5 stelle” in seguito ai vari “scivoloni” da parte del personaggio Grillo, ma pur tralasciando gli attacchi strumentali dei “media di regime”, la critica nei suoi confronti espressa da sinistra, è risultata fino ad oggi, politicista, moralista e sovrastrutturale, quindi poco incisiva e totalmente avulsa dal contesto materiale e sociale del movimento di cui lo stesso Grillo è “leader contraddittorio”. Qualcuno si è anche avventurato nei meandri alla “critica sociologica” delle “tecniche mediatiche”, ma senza cogliere il problema reale. Tra i tanti commenti letti, finora non ho trovato nessuna critica materialistica fondata sulla natura sociale ambivalente del “movimento 5 stelle”, come “riflesso” politico rilevante del carattere contraddittorio della piccola borghesia investita dalla crisi, spinta inesorabilmente verso la proletarizzazione.

Le sparate elettorali di Grillo, come le sue affermazioni sul “non antifascismo” e su altre questioni, vanno criticate senza “isolare i fatti dal contesto”, andando a fondo, proprio perché esse sono il “riflesso” sottoculturale dei frutti avvelenati di decenni di revisionismo storico ” diffuso e alimentato trasversalmente da tutti i partiti di regime , espropriando della “memoria storica” intere generazioni.

E’ superficiale anche assimilare il movimento di Grillo al “qualunquismo di Giannini” nel dopoguerra e riportarlo alle condizioni storiche attuali, quando oggi non ci sono più, né un forte Partito Comunista, né una classe operaia organizzata e neanche altri partiti antifascisti.

Ritengo però che le questioni principali che si pongono oggi con il M5s siano altre…

Ogni fatto politico e di rilevanza sociale va affrontato, almeno da parte dei marxisti, con il metodo dialettico materialista di analisi che deve fondarsi sulle classi e non sui fenomeni apparenti, ponendo sempre il soggetto in relazione alla sua base sociale. Lasciamo perciò da parte, sondaggi, cronaca e “propaganda elettorale” per lo più rivolta a suscitare emozioni irrazionali da sottopancia e che tutti i partiti utilizzano per strappare voti.

Si deve cominciare quindi dicendo che, in generale, la “piccola borghesia” nella crisi, spinta verso la proletarizzazione in base alla condizione produttiva, mercantile o intellettuale, assumerà di conseguenza posizioni diverse. La componente imprenditoriale e commerciale, legata al mercato o foraggiata da sovvenzioni, speculazioni e attività parassitarie, insieme ai settori di “lavoro privilegiati”, tenderà a riproporsi per un nuovo corporativismo conservatore, mentre invece un’altra parte giovanile ormai precarizzata, più sensibile alla contraddizione sociale, tenderà ad unirsi alla massa dei proletari ulteriormente impoveriti e precari da lungo tempo.

Nel “movimento” 5 stelle va considerata anche la presenza di un’area sociale “cognitiva” e precaria molto attiva sul Web, che vive a sua volta questo dualismo, c’è, infatti, chi spera ancora che almeno una parte di essa possa accedere alla selezione verso la nuova scala meritocratica, nel frattempo però molti di questi giovani “cognitivi” precari dovranno perdere inesorabilmente le illusioni e prendere atto della loro proletarizzazione.

Il M5s pertanto, come soggetto organizzato, riflette proprio tutte queste contraddizioni nella sua stessa base di attivisti, riproducendo al proprio interno questa natura conflittuale.

E’ un dato innegabile che, la proposta politica di Grillo, in assenza di un alternativa visibile e affidabile, si presenta come “movimento di rivolta”, trovando facile adesione tra le nuove generazioni culturalmente espropriate da ogni riferimento culturale dopo decenni di bombardamento ideologico borghese e liberista.

Sono molte le istanze programmatiche condivise nei movimenti sociali (contro le guerre e le basi militari, Nazionalizzazioni, No Tav, No Muos, No Discariche, Acqua pubblica, il nucleare e la corruzione, ecc).

Grillo nello stesso tempo propone una ideologia confusa che si pretende “antiideologica”, fondata su un’illusoria e presunta riformabilità morale del sistema capitalista, con l’illusione che estirpando la casta politica corrotta e la finanza speculativail problema sia risolto. Questo dato è in piena sintonia con una certa cultura della “sinistra” neo riformista e legalitaria, che attribuisce la “crisi” all’immoralità del sistema politico e finanziario, quale “anomalia” nel sistema, non invece al carattere strutturale del “modo di produzione capitalista” alla radice della “crisi sistemica” di sovrapproduzione di merci e capitali.

Gli errori del M5S nelle amministrazioni locali, derivano anche da inesperienza, ma soprattutto sono il prodotto di illusioni riformiste legalitarie senza gli “strumenti del potere reale”. Ma se andiamo a vedere

Le centinaia di “porcate” prodotte in tutti gli enti locali dalla cosiddetta “sinistra radicale” (Prc- Pdci), in affari con il Pd, tra lottizzazioni, clientelismi e carrierismi, al confronto, quelli del M5s sono “errori” da “dilettanti allo sbaraglio”.

Anche le forme di “democrazia diretta” localmente diffuse possono essere apprezzabili, pure infarcite di “illusioni macroscopiche” sulla democrazia della “Rete”, ma quanto più il “M5s” si proietterà, allargandosi, su scala nazionale troverà sempre maggiori difficoltà di sintesi nel suo “leader” che tenderà ad accrescere il suo ruolo personalistico. Dalla rivolta contro i privilegi di casta si sfocerà verso una contraddittoria esposizione mediatica molto velleitaria e disgregante.

Ma proprio con questa analisi si evidenzia tutta la contraddittorietà della proposta politica del Movimento 5stelle rispetto alla sua base sociale.

Nel contesto della “ cronica” inconsistenza della “Sinistra Comunista Rivoluzionaria”, salvo piccoli e significativi segni di rinascita, il Movimento 5 Stelle con il suo uso “dirompente “ delle elezioni contro gli attuali equilibri politici oligarchici si colloca, “oggettivamente”, più a “sinistra” di Ingroia, di Ferrero e Diliberto” che invece continuano a strizzare l’occhio al Pd, questo “uso irrituale” delle elezioni serve anche a valorizzare i punti programmatici condivisili.

Non è trascurabile neanche che il M5s sia la sola “lista” capace di mandare in parlamento un folto gruppo composto in maggioranza da donne e giovani precari.

Su questa base, identificare aprioristicamente, nel contesto attuale, Grillo come “nemico” assimilato semplicisticamente a “fascismo, populismo o qualunquismo”, sarebbe un grave errore politico e teorico frutto di una analisi non materialista.

Se è vero che lo sviluppo della crisi porterà ad accentuare il conflitto tra le due tendenze materiali della piccola borghesia e questo sdoppiamento si rifletterà anche sullo stesso “Movimento 5 stelle”,

Toccherà solo alla “Sinistra Comunista”, se sarà attenta, attrezzata e capace a doverne trarre le conseguenze.

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