VOGLIAMO GIUSTIZIA E VERITA' SULLE STRAGI NAZIFASCISTE
Firma la petizione dell'Anpi
L’ANPI, ritenendo doveroso fare il punto della situazione sulla questione delle stragi nazifasciste, per le quali il nostro paese ha versato un tributo di sangue di circa 15.000 caduti, disseminando eccidi compiuti anche prima dell’otto settembre 1943, dalla Sicilia fino al nord Italia con l’esercito tedesco in rotta verso la Germania, ha deciso di assumere la questione delle stragi nazifasciste come una sua battaglia nazionale, rivendicando “verità e giustizia” per le vittime.
L’azione dell’associazione si è incardinata nella costituzione di una apposita commissione di lavoro, che ha teso l’azione verso tre indirizzi fondamentali: la costituzione come parte civile dell’Anpi in tutti i processi di strage, la raccolta di tutti i materiali giudiziari e parlamentari delle stragi che attualmente sono difficilmente reperibili e consultabili per motivi sia burocratici che politici e non ultimo come importanza censire attraverso la realizzazione di una mappa tutti le stragi avvenute, in quanto ad oggi non si ha questo importante strumento divulgativo e conoscitivo. Aggiungasi a tutto ciò l’avvio di una petizione nel Paese indirizzata al Presidente del Senato.
Cosa ancora più importante sarà per l’Anpi portare le istituzioni preposte, governo e parlamento, a discutere sulla conduzione politica di questi 70 anni che ha causato l’enorme ritardo con il quale si stanno svolgendo oggi i processi, limitando notevolmente la possibilità di far giustizia, procedimenti che sono elementi unici sia per sostenere la verità storiografica sia per dare sollievo a tutte le vittime. Tutti gli interventi dei vari specialisti hanno concordato su alcuni punti precisi comuni ai loro pensieri. Un enorme ritardo dell’inizio dei processi con altrettanto grandi responsabilità dei governi italiani che mai hanno preso posizione e coscienza di quello che ha portato a questo colpevole “dimenticanza” nel famoso e famigerato Armadio della Vergogna. Uno sminuire, attraverso una mirata strategia politica, le gravi responsabilità della repubblica sociale e dei fascisti repubblichini, che “volenterosamente” si sono adoperati ad essere accompagnatori quando non esecutori diretti di queste stragi. Una non considerazione della sofferenza dei superstiti e dei famigliari delle vittime, spesso lasciate sole a se stesse, senza risarcimenti né morali né economici. Così come abbiamo oggi un gap comunicativo di Memoria tra le generazioni, in quanto venendo meno il contributo del testimone per motivi anagrafici, con più difficoltà si riesce a portare a conoscenza questi fatti, che hanno la potenzialità di divenire strumenti di formazione di nuove coscienze civili. Un’altra considerazione importante su cui tutti hanno condiviso le proprie riflessioni, è quella che fin dal dopo guerra, sia da parte dei tedeschi sia anche in alcune memorie di sopravvissuti, si è voluta scaricare le colpe sui partigiani, mentre invece l’analisi del caso Toscana, dimostra come solo il 12% delle vittime sia stata causata da rappresaglia, e come comunque sempre ci si trovi di fronte a risposte sproporzionate, definibili oggi come crimini contro l’umanità e non azioni di guerra. Gli ordini erano di una guerra ai civili voluta dai massimi vertici militari germanici.
LA PETIZIONE
Verità e giustizia per le vittime delle stragi nazifasciste
Premesso che:
– con la legge 107 del 15 maggio 2003 fu istituita la Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dell’occultamento dei fascicoli riguardanti crimini nazifascisti commessi nel corso della seconda guerra mondiale, rinvenuti nel 1994 a Palazzo Cesi, sede della Procura Generale Militare, in quello che è stato poi chiamato l’ "Armadio della Vergogna”;
– la Commissione ha concluso i suoi lavori nel febbraio del 2006, alla fine della XIV Legislatura con la trasmissione alle Presidenze delle Camere della relazione finale e della relazione di minoranza;
– malgrado il lasso di tempo trascorso, tutta l’approfondita indagine compiuta dalla Commissione su questa pagina estremamente dolorosa della nostra storia nazionale, insieme alle specifiche proposte e raccomandazioni formulate, non è stata sinora oggetto di discussione in Parlamento;
– la giustizia per tanto tempo negata alle vittime degli eccidi nazifascisti ed alle loro famiglie non può essere affidata esclusivamente all’esito dei procedimenti penali celebrati davanti ai Tribunali Militari italiani e di quei pochi procedimenti ancora in corso, ma richiede una piena conoscenza di tutto quanto accaduto tra il 1943 e il 1945 nel nostro Paese, affinché sia possibile – sulla base dell’ampia documentazione esistente e del lavoro di ricerca ancora da compiere – disporre di un quadro preciso e puntuale delle stragi nazifasciste. Una conoscenza, fondata su giustizia e verità, che determini una presa di coscienza nazionale di una pagina terribile ed ancora aperta della nostra storia;
– occorre altresì un’assunzione di responsabilità da parte del Governo tedesco per le atrocità commesse in Italia, e da parte del Governo italiano, quest’ultimo per quanto accaduto nel dopoguerra, con gli ostacoli frapposti all’accertamento della verità da parte di alcuni uffici e istituzioni del nostro Paese;
– occorre infine che accanto alla necessaria memoria si provveda al risarcimento dei danni ed alla riparazione anche in forma simbolica, da parte degli organismi competenti, degli effetti di questi crimini contro l’umanità. Tanto premesso, i sottoscritti cittadini:
– sollecitano un’ampia e approfondita discussione parlamentare in ordine a tutto quanto sopra esposto;
– chiedono l’adozione dei necessari provvedimenti perché nulla resti coperto dal segreto e tutto l’amplissimo materiale già raccolto sia accessibile per studiosi, ricercatori e cittadini;
– impegnano il Governo italiano ad esperire tutte le possibili ed opportune iniziative presso il Governo tedesco perché si provveda finalmente, in forma diretta e indiretta, al risarcimento dei danni derivati da quella che è stata giustamente definita “la guerra contro i civili”, nonché a tutte quelle forme di “riparazione” che l’esperienza anche di altri Paesi ci indica, affinché almeno sotto un profilo simbolico (anche se non astratto) i torti siano riconosciuti ed affidati ad una tangibile memoria.
Tutto questo non per fomentare odi o stimolare istanze giustizialiste, ma perché vengano eternamente ricordati gli orrori delle guerre e dei loro terribili effetti a danno dei diritti umani; con l’obiettivo finale di radicare nelle coscienze, assieme alla memoria, i valori fondamentali della Costituzione repubblicana.
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