AUDIT POPOLARE SUL DEBITO A TORINO
Consegnata la raccolta di firme al Comune dal Comitato NO DEBITO di Torino
Lunedì 4 febbraio il Comitato NO DEBITO di Torino ha consegnato le firme della petizione per chiedere un consiglio comunale aperto per promuovere un AUDIT del debito del comune di Torino.
I moduli sono stati consegnati direttamente nelle mani dell’assessore al bilancio Passoni.
Il colloquio con Passoni ha convinto i partecipanti che la strada che abbiamo chiesto: chiedere un AUDIT POPOLARE è la strada giusta. Giusta ma difficile. Non sarà uno scherzo esaminare i bilanci comunali, che “formalmente” sono corretti, (del resto lo erano anche quelli della banca MPS, fino al 2012).
Dovremo cercare un comitato di esperti autorevole, ma anche formulare in modo chiaro, semplice e popolare, che NON possiamo accettare questo sistema di finanziamento della spesa pubblica.
Finite le elezioni i problemi legati alla finanza riesploderanno, come mine vaganti, a livello nazionale ma anche locale, dobbiamo “sminare il debito” prima che faccia saltare il welfare e il lavoro.
La prossima riunione del comitato torinese sarà il 19 febbraio alle 21 al circolo Fuoriluogo in corso Brescia 14
L’articolo su CittAgora – Il sito del Consiglio Comunale di Torino
Due diversi presidi hanno animato piazza Palazzo di Città in occasione dell’ultima riunione del Consiglio comunale, lo scorso 4 febbraio. Il Comitato No Debito ha consegnato in Comune una petizione, corredata da un migliaio di firme, per ottenere l’istituzione di una Commissione indipendente che indaghi sulle cause del debito che grava sulle casse municipali.
I manifestanti, in un volantino diffuso durante l’iniziativa, hanno anche chiesto lo svolgimento di una seduta aperta della Sala Rossa, per una pubblica discussione sul “perché si è fatto ricorso ai derivati e cosa la Giunta intenda fare per chiudere questa partita che rischia di crollare in testa alla città”. Proprio i derivati sono particolarmente nel mirino del Comitato, “titoli altamente tossici, che in questi giorni hanno fatto saltare per aria il Monte dei Paschi di Siena e negli scorsi anni hanno mandato in bancarotta molte banche in Europa e anche Città e Comuni”. Mentre il presidio era in corso, una delegazione di cinque esponenti del Comitato No Debito è stata ricevuta dall’assessore al Bilancio.
Firma patto consortile CSI
Anche i lavoratori del Consorzio per i Sistemi Informativi del Piemonte (CSI) hanno protestato di fronte alla sede municipale, denunciando una situazione che, hanno scritto su un volantino distribuito ai passanti, vede “100 dipendenti in cassa integrazione da gennaio, fornitori non pagati da mesi e molte aziende piemontesi a rischio fallimento per i ritardi sui pagamenti della Pubblica amministrazione”, mentre viene messa in discussione l’esistenza stessa del Consorzio.
Facendo appello a Regione, Provincia e Comune, i manifestanti hanno sostenuto la necessità di valorizzare il CSI per favorire l’informatizzazione dell’amministrazione pubblica, la razionalizzazione della spesa sanitaria e la digitalizzazione della comunicazione tra cittadini, imprese ed enti pubblici.
“Bisogna utilizzare il CSI come volano per le altre aziende piemontesi che operano nel campo dell’Information and communication technology (ict)”, è stato sostenuto, mente un documento delle RSU aziendali ha sottolineato come oggi, in Piemonte, non si vedano aziende in grado di assorbire le attività oggi erogate dal CSI, con il rischio di cedere terreno nel tessuto industriale piemontese a vantaggio di multinazionali, con meno qualità dei servizi e meno occupazione.
Fonte:
http://www.comune.torino.it/cittagora/article_11551.shtml
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