IL CAPPIO SU CIPRO
di Alì Babà
Quello che succede a Cipro è a dir poco roba da banditi. Sia questo che il vecchio governo s’erano sperticati nella promessa che i risparmi non sarebbero mai stati toccati. E invece è successo che l’Eurogruppo promettesse 10 miliardi per sostenere il sistema bancario di Cipro chiedendo, in cambio, una tassa straordinaria sui depositi bancari. Detto e fatto. Arrivano foto da Cipro con la gente che fa la fila davanti alle banche per prelevare i soldi. Non tutti ci riusciranno. Anche perché oggi, lunedì, è festa nazionale e le banche sono chiuse.
Ancora una volta le ricette anticrisi che giungono dall'Europa nascondono misure recessive che anziché essere ciambella di salvataggio si rivelano veri e propri cappi al collo.Così dopo la Grecia tocca Cipro – in fila sembrano esserci Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia – pagare i costi di una crisi che a fronte di un impoverimento senza precedenti delle popolazioni ha prodotto vantaggi consistenti per le economie tedesche e di pochi stati del nord europa.
Ma quanto avviene a Cipro ha ripercussioni concrete anche in Italia. La crisi cipriota infatti sta facendo vedere i suoi effetti anche sul dibattito politico del BelPaese: sull'onda della risalita dello spread e sui rischi di un contaggio riprende forza l'ipotesi di un governissimo, che in nome della stabilità continuerà con le politiche di montiana memoria (magari senza Monti) che in pratica si traducono con tagli al welfare e ai salari. Della serie a pagare sono sempre i soliti.
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