Burkina Faso, omaggio al presidente del Venezuela Hugo Chavez.
Il 9 marzo del 2013, dopo la celebrazione del funerale del presidente venezuelano, studenti, artisti e simpatizzanti della Rivoluzione Bolivariana si sono riuniti nel Dipartimento di Comunicazione e Giornalismo dell'Università di Ouagadudù pe runa lettura speciale della "lettera all'Africa", ultimo grande documento di politica internazionale del presidente Chavez, scritto nel febbraio di quest'anno.
Souleyman lavora tutto il giorno come sarto nel suo negozio e alla notte come cameriere in un bar notturno. Il giorno precedente ha trascorso quattro ore per tessere una bandiera bolivariana. "Ho tessuto a mano una bandiera Venezuelana perchè Chavez era un combattente che voleva tessere un forte vincolo tra l'Unione Africana e l'America del Sud. Io non lo conoscevo, però dopo aver letto la sua lettera ho compreso che era un uomo da onorare, come Thomas Sankara".
"siamo coscienti che la nostra condizione di poveri è relazionata con il gioco degli scacchi delle potenze occidentali: ogni idea rivoluzionaria torna ad essere obiettivo diretto di aggressioni, anche come fonte di ispirazione", dice uno studente del Dipartimento di Filosofia. "Gheddafi è stato etichettato come un dittatore e l'hanno squalificato e denigrato in ogni modo possibile, però con l'annuncio della sua morte nella nosra Università abbiamo osservato una settimana di lutto. Questa struttura scolastica ce la costruì lui".
Moussa è un assistente tecnico cinematografico che è venuto ad appoggiare l'organizzazione della giornata: "Quando abbiao appreso della morte del presidente del Venezuela, abbiamo avuto una forte stretta al cuore, perchè è stato un uomo che sapeva come lottare per la libertà e contro l'inciviltà in Africa e America Latina. Ce lodice nella sua lettera: siamo uno stesso popolo e dobbiamo lavorare per avvicinarci. E' stato un preveggente. Quando la NATO ha iniziato a bombardare la Libia, solo tre paesi dell'Africa si sono opposti. Ma non è stato sufficiente ad evitare la guerra, "il male occidentale". Thomas Sankara lo disse a suo tempo: non ci serve nessuno per guardare avanti!
la similitudine tra Hugo Chavez e Sankara è ovvia. Entrambi hanno basato le politiche sociali a difesa dei più poveri, dei diritti delle donne, per la liberazione delle forze armate dalle scuole di repressione, e la restaurazione della fiducia dei popoli nella propria storia. Abdul, un insegnante di scuola che ha iniziato gli studi in filosofia nell'Università di Uagadunù afferma:" Non abbiamo vissuto una rivoluzione di lunga durata, però sappiamo a cosa si avvicina, conosciamo quale idea Hugo Chavez ha incarnato…"
I partecipanti a questa giornata hanno voluto immortalare l'avvenimento mediante questo video diretto ai popoli dell'ALBA (Alleanza Bolivariana dei popoli di Nuestra America), per esprimere meglio il loro impegno e la loro volontà di concretizzare uno dei sogni di Chavez: "Riuscire ad articolare TeleSur in Africa perchè possa compiere da queste latitudini la sua funzione principale: connettere le persone del mondo intero e offrirle la verità e la realtà dei nnostri paesi".
Lettera del Presidente Hugo Chavez al III Vertice America del Sud – Africa.
Hermanos y hermanas
Vi invio il più fervente saluto bolivariano, unionista e solidale, carico di tutta la mia allegria e speranza per lo sviluppo di questo tanto atteso III Vertice di Capi di Stato e di Governo dell'America del Sud e Africa.
Mi spiace in realtà e in verità, dal più profondo del mio essere, non poter essere presente fisicamente con voi, e ribadirvi una volta ancora un sincero ed eterno abbraccio, il mio irrevocabile impegno con la causa dell'unione dei nostri Popoli. Sono presente, comunque, nella persona del Cancelliere della Repubblica Bolivariana del Venezuela, il compagno Elias Jaua Milano, a cui ho chiesto di trasmettere a voi la più viva espressione del mio amore per questi continenti che sono più che fratelli, uniti da indivisibili lacci storici e destinati a marciare uniti verso il proprio assoluto e pieno riscatto.
Lo dico dal profondo della mia coscienza: America del Sud e Africa sono uno stesso popolo. Si riesce a comprendere la profondità della realtà sociale e politica del nostro continente, nelle profondità dell'immenso territorio africano, dove, sono sicuro, ha avuto origine l'umanità.
Da lì provengono i codici e gli elementi che compongono il sincretismo culturale, musicale e religioso nuestroamericano, creando una unità non solo razziale tra i nostri popoli, ma ancor più spirituale.
Allo stesso modo, gli imperi del passato, colpevoli del sequestro e dell'assasinio di milioni di figli e figlie della madre Africa, col fine di alimentare un sistema di sfruttamento schiavista nelle sue colonie, seminarono in Nuestra America sangue africano guerriero e combattivo, che è arso dal fuoco che produce il desiderio di libertà. Questa semina è germogliata, e la nostra terra partorì uomini della grandezza di Toussaint Louverture, Alexander Petion, Josè Leonardo Chirino,Pedro Camejo, tra gli altri, dando come risultato, da più di 200 anni, l'inizio di un processo indipendentista, unionista, antimperialista nell'America Latina e Caraibica.
Dopo il secolo XX, e le lotte libertarie d'Africa. Le sue indipendenze, le sue nuove minacce neocoloniali, suoi eroi e martiri: Patrice Lumumba, Amilcar Cabral per menzionarne alcuni.
Coloro che in passato ci conquistarono, accecati dalla loro sete di potere, non seppereo percepire che il colonialismo barbarico che ci imponevano, si sarebbe convertito nell'elemento fondatore delle nostre prime indipendenze.
E così, se l'America Latina e Caraibica, assieme all'Africa condividono un passato di oppressione e schiavitù, oggi più che mai, siamo figli dei nostri libertadores e delle loro gesta, possiamo dire, dobbiao dirlo con convinzione e fermezza, ci unisce anche un presente di lotta irrinunciabile per la libertà e definitiva indipendenza delle nostre nazioni.
Non mi stancherò di ripeterlo: siamo uno stesso popolo. Siamo obbligati a incontrarci, oltre alla formalità e i convenevoli, in uno stesso sentire delle nostra unità, e assieme dare vita all'equazione che verrà applicata nella costruzione delle condizioni che ci consentono di togliere definitivamente i nostri popoli dal labirinto nel quale furono cacciati dal colonialismo e in seguito dal capitalismo neoliberale del XX secolo.
Per questo voglio ricordare in questo momento due grandi combattenti per la cooperazione Sud-Sud, quali sono stati l'ex presidente del Brasile e l'ex presidente di Tanzania, Luiz Inacio da Silva "Lula" e Julius Nyerere, i cui contributi e sforzi hanno permesso a suo tempo la conformazione di questo magnifico foro per una cooperazione solidale e complementare quale è l'ASA.
I tempi che vive il mondo attualmente ci obbligano a dedicare le nostre più profonde e urgenti riflessioni allo sforzo che richiede la trasformazione dell'ASA in uno vero strumento generatore di sovranità e sviluppo nel sociale, nell'economia, nella politica e nella tutela ambientale.
Nei nostri continenti dove si trovano sufficienti risorse naturali, politiche e storiche, che servono per salvare il pianeta dal caos in cui è stato condotto.
Non perdiamo l'opportunità che il sacrificio indipendentista dei nostri predecessori ci offre al giorno d'oggi, di unire le nostre capacità per condurre le nostre nazioni verso un autentico polo di potere, che, per dirlo con le parole del padre Libertador Simon Bolivar, sia più grande per la sua libertà e gloria che per la sua estensione e ricchezze.
Risuonino sempre nella mia anima e nella mia coscienza, le parole di quel Generale uruguayano infinito, Josè Gervasio Artigas:"Nulla possiamo attenderci se non da noi stessi". Questo così profondo pensiero racchiude una gran verità che dobbiamo assumere, ne sono convinto, con assoluta certezza.
la nostra cooperazione Sud-Sud deve essere un autentico e permanente vincolo di lavoro congiunto che deve puntare tutte le sue strategie e i suoi piani di sviluppo sostenibili verso il sud, verso i nostri popoli.
Quantunque in alcun modo neghiamo le nostre sovrane relazioni con le potenze occidentali, dobbiamo ricordarci che non sono da queste fonti che proviene la soluzione integrale e definitiva per le problematiche che condividono i nostri paesi. Lontano da esserlo, alcune di esse proiettano una politica neocoloniale che minaccia la stabilità che abbiamo iniziato a rafforzare nei nostri continenti.
Sorelle e fratelli: Vorrei evocare per questo III Vertice di Capi di Stato e di Governo dell'ASA, lo spirito di fratellanza, unità e volontà che ha accompagnato lo sviluppo di quel meraviglioso II Vertice nell'isola di Margherita, in Venezuela, che ci permise di adottare in forma unanime gli impegni della Dichiarazione di Nueva Esparta. Formulo con molta fede e speranza i miei migliori auspici affinchè possiamo recuperare a Malabo la spinta e l'entusiasmo di quel momento straordinario per il nostro processo di unità, vissuto nel Vertice del 2009, evidenziato dalla quantità e dalla sostanza degli accordi raggiunti.
Dal Venezuela rinnoviamo oggi il nostro più fermo impegno con il rafforzamento della Segreteria Permanente del Tavolo Presidenziale Stretegico dell'ASA, con i suoi principali obiettivi e funzioni, per accelerare il ritmo del consolidamento della nostra istituzione, e ottenere così maggio efficenza nel nostro lavoro comune.
Con molto dolore e pesantezza lamento che il nostro lavoro iniziato formalmente nel 2006, è stato interrotto dalle forze imperialiste che retendono di dominare il mondo. Non è avventura nè azzardo, lo dico con assoluta responsabilità, che dal Vertice di Margherita il continente africano è stato vittima di molteplici interventi e attacchi da parte delle potenze Occidentali.
Le diverse invasioni e bombardamenti imperialisti, che hanno ignorato qualsiasi opzione per soluzioni politiche e pacifiche nei conflitti interni apertisi in diverse nazioni africane, hanno avuto tra i loro obiettivi principali, frenare il processo di consolidamento dell'unità dei popoli africani e di conseguenza, minare l'avanzamento dell'unione di questi con i popoli latinoamericani e caraibici.
La strategia neocoloniale è stata, dagli inizi del secolo XIX, dividere le nazioni più vulnerabili del mondo, per sottometterle a una schiavista relazione di dipendenza. E' per questo che il Venezuela si è opposto radicalmente e dall'inizio all'intervento militare straniero in Libia. E' lo stesso motivo per il quale il Venezuela ribadisce oggi, il suo più assoluto rifiuto a ogni attività d'ingerenza della NATO.
Di fronte la minaccia extraregionale di impedire l'avanzare e l'approfondirsi della nostra Cooperazione Sud-Sud, lo dico come Bolivar nella sua lettera di Jamaica del 1815; "Unione, unione, unione, deve essere il nostro massimo obiettivo".
Il nostro governo rinnova, in questo III Vertice ASA, in questa sorella Repubblica di Guinea Equatoriale, la sua assoluta disposizione per avanzare nel lavoro richiesto per consolidare la nostra cooperazione nelle aree che personalmente propose durante il nostro passato Vertice, nella bella isola di Margherita. Energia, Educazione, Agricoltura, Finanze e Comunicazione continuano ad essere le nostre priorità, per le quali ribadiamo il nostro impegno di avanzare in iniziative concrete come PetroSur, L'Università dei Popoli del Sud o la banca del Sud, per citare alcuni esempi.
Nell'area delle comunicazioni, dal Venezuela proponiamo che questo sforzo che siamo riusciti a sviluppare congiuntamente con diversi paesi dell'America del Sud, TeleSur, si articoli con l'Africa al fine che possa compiere da queste latitudini la sua principale funzione: connettere i popoli del mondo tra loro e portargli la verità e la realtà dei nostri paesi.
Finalmente, voglio ribadire tutto il mio desiderio affinchè i risultati attesi in questo III Vertice ASA, ci consentano di mutare questo foro in uno strumento utile per conquistare la nostra definitiva indipendenza, ubicandoci all'altezza dell'esigenza epocale e trarre, come dirrebbe il Libertador, la maggior somma di felicità per i nostri Popoli.
Sono convinto, che riusciremo a completare questa causa aperta da secoli che ci hanno tramandato i nostri libertadores e martiri, i nostri milioni di donne e uomini che si sono sacrificati per la loro piena e assoluta libertà. Con il padre infinito, nostro Libertador Simon Bolivar, lo dico ancora una volta: "Dobbiamo attendere molto tempo, il suo immenso ventre contiene più speranze che successi precedenti e i prodigi futuri dovranno essere maggiori di quelli passati".
Marceremo quindi verso la nostra unione e definitiva indipendenza.
Parafrasando Bolivar dico ancora: formiamo una patria, un continente, un solo popolo, a ogni costo e tutto il resto sarà tollerabile.
Viva la unione sudamericana e africana!
Viva l'ASA!
¡Hasta la victoria siempre!
¡Viviremos y venceremos!
Hugo Chávez Frías
Traduzione a cura di Puntocritico Onlus – www.puntocritico.net
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