La sentenza della Corte Costituzionale che dichiara legittima la legge “salvaIlva” non ci piace e rafforza in noi la volontà di combattere contro lo strapotere di questa proprietà allergica alle regole e al diritto. Ribadiamo il nostro dissenso verso la legge 231/2012 (ad famigliam) e per l’A.I.A, per altro, mai ottemperate dai Riva.
Il nostro ruolo è quello di continuare a lavorare per la riconquista dei diritti in una fabbrica che, a conti fatti, ha prodotto solo negli ultimi 6 mesi un’infinità di morti e di incidenti più o meno gravi. Il Procuratore Capo, forse per dovere istituzionale, asserisce che le sentenze della Corte Suprema non si discutono, ma non intendiamo abbandonare chi soffre per le ingiustizie. Se le sentenze devono essere rispettate noi riteniamo che debba essere prima di tutto rispettata la Vita delle persone.
Ci stiamo battendo per fermare gli abusi perpetrati a danno dei Lavoratori e della loro salute. Ci stiamo battendo per fermare l’arroganza di questa proprietà. Denunciamo ogni giorno le inadempienze di quest'azienda e le violazioni di legge soprattutto sulla sicurezza del Lavoro. Ora ci viene detto che bisogna rispettare le sentenze ma ciò non può essere da noi condiviso.
Noi rivendichiamo il rispetto della salute e della Vita, del Lavoro sicuro e di una degna retribuzione. Non siamo d’accordo sugli aiuti che lo Stato continua a somministrare ad un’azienda che ha fatto profitti miliardari in questi anni eludendo la legge. L’intera collettività paga per l’incapacità e per la disonestà di altri, così come pagano un tributo altissimo i lavoratori.
Come Organizzazione Sindacale pulita, non essendo, come altre lo sono, “dipendenti” dai Riva, siamo delusi da questa sentenza che vanifica gli sforzi del Gip Todisco, dei movimenti e delle associazioni per la Vita, delle mamme tarantine e di tantissimi che muoiono o combattono il male proveniente dai veleni Ilva.
Vogliamo che venga rispettato il principio secondo cui “chi inquina paga”; che vengano restituiti i diritti negati ai Lavoratori; che venga espropriata la famiglia Riva; che paghi per i reati commessi e per il disastro ambientale. Noi abbiamo rispetto per la GIUSTIZIA ma, spesso, ci rendiamo conto che alcune sentenze di mero carattere politico condannano solo le vittime, rinnovando la “licenza di uccidere” ai potenti. Dissentiamo dalla sentenza pro-Riva e la riteniamo immorale e offensiva così come lo è la legge 231/2012 e l’A.I.A.
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