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PER UN MOVIMENTO ANTICAPITALISTA E LIBERTARIO
Relazione di Giorgio Cremaschi
Donne e uomini che vogliono lottare sulla base di un programma di alternativa economica, politica e culturale
ORDINE DEL GIORNO ASSUNTO AL TERMINE DELL'ASSEMBLEA DELL'11 MAGGIO
Ieri l'ennesima donna offesa e umiliata dalla violenza maschile contro le donne. Picchiate, offese, umiliate, uccise non solo in quanto esseri umani, ma proprio in quanto donne. Per mano non di "barbari" stranieri, ma di (ex) mariti, padri, amanti, sfruttatori, clienti. In quanto ritenute oggetti di proprietà di cui disporre, merce su cui lucrare, corpi da vender e da comprare, o donne non più disponibili. Noi non ci fidiamo di questo governo per il varo di leggi restrittive, di braccialetti o stati generali. A questo governo non riconosciamo l'autorità morale e politica. Voglòiamo partecipare, come facciamo da sempre, alla costruzione di reti di resistenza, reti di solidarietà, presidi di libertà femminile, di autoaiuto, centri antiviolenza e consultori gestiti da donne, nello spirito con cui erano nati sotto la spinta del grande movimento delle donne degli anni Settanta del Novecento. Così lottiamo per la difesa della libertà e della dignità delle donne nei luoghi di lavoro, dei lavori, del non lavoro, della precarietà, per un reddito minimo garantito di autodeterminazione, contro ogni ideologia familista tendente a schiacciare le donne sulle compatibilità della famiglia. Condanniamo la marcia per la vita ispirata a ideologie e pratiche confessionali e fasciste. Lottiamo con le donne migranti per la loro libertà, dignità, autodeterminazione nel lavoro e nella vita. Lottiamo contro il patriarcato da sempre, che ha attraversato ogni formazione storica e sociale, ogni concezione della politica, ogni tradizione culturale e teorica, e che oggi in Europa e in Italia si intreccia al capitalismo, seguendone le caratteristiche economiche, le misure sociali, le ideologie, le politiche, la colonizzazione dei corpi e delle vite umane e non umane. Scegliamo di essere nel percorso di questo movimento con queste idee, da donne, da femministe. Non chiediamo riconoscimenti, non ne abbiamo bisogno. Ci riconosciamo da sole, non per un delirio di autosufficienza ma per una consapevolezza di libertà.
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