PICCOLE WEB TV CRESCONO
INTERVISTA A JACOPO VENIER, DIRETTORE DI LIBERA.TV
Le WebTv sono ormai un fenomeno in grande espansione.
Nel 2012 ha ricevuto il premio per la WebTv italiana più interattiva. Sta crescendo, Libera.TV. Il Direttore, Jacopo Venier, è soddisfatto dei tre anni vita dell’emittente. Qualche settimana fa, sul Venerdì di Repubblica, un articolo citava un progetto di Libera.TV con un’associazione, OnAir che si occupa di respeaking, cioè di accessibilità dei contenuti a tutti in particolare alle persone sorde. La realtà delle web Tv è in continua espansione e prima o poi si spera che la Politica, con la P maiuscola, se ne occupi con dovizia.
Sul sito www.libera.tv è scritto: “LiberaTv è una social-webtv che produce e diffonde contenuti di controinformazione, di denuncia, di lotta politica e di battaglia delle idee. Sono gli utenti e gli abbonati che, caricando i loro materiali sul sito, ne determinano i contenuti. LiberaTv è una testata giornalistica. La presenza di un direttore responsabile è funzionale alla ricerca di un approccio professionale nella verifica delle fonti, nel rispetto della deontologia e nella difesa della libertà di informazione. LiberaTv è un soggetto di comunicazione che partecipa con la propria identità ed i propri specifici strumenti alle battaglie di libertà e di giustizia in Italia e non solo”. LiberaTv è uno spazio di discussione ed una realtà autofinanziata ed autoprodotta.
Siamo andati a conoscere da vicino questa straordinaria realtà ponendo qualche domanda al Direttore Venier.
1) Cosa è Libera tv?
Libera.tv è una SocialWebTv di informazione nata nel 2010. L’obiettivo della testata è dare voce ai senza voce, alle idee, alle passioni, alle lotte cancellate dalla televisione tradizionale. La sfida è quella di costruire un media adeguato alla “generazione Youtube” e quindi pronto alle nuove frontiere della comunicazione multimediale, multitasking e condivisa. Libera.tv è quindi una testata giornalistica con una propria redazione che opera professionalmente ma contestualmente viene alimentata e determinata dai contenuti video caricati direttamente dagli oltre 2200 utenti registrati. Libera.tv è un progetto di comunicazione sociale e partecipata in quanto essa stessa funziona come un social network oltre ad essere fortemente integrata con tutti gli altri social network a partire ovviamente da Facebook e Twitter. In questo modo la comunità degli utenti è coinvolta nella realizzazione e nella determinazione stessa della linea editoriale. Libera.tv ha un archivio di oltre 1800 video. Vi si possono trovare le voci ed i volti dell’Italia che anima le piazze con le lotte per il lavoro, i diritti, la democrazia. Persone comuni che cercano spazio e visibilità per opinioni ed iniziative spesso cancellate. Su Libera.tv sono passati gran parte dei protagonisti del dibattito politico, sindacale e culturale italiano: da Vendola a Di Pietro, da Moni Ovadia a Camilleri, da Rosi Bindi a Grillo e Ferrero, da Scola alla Hack, da Bersani a Landini e Cremaschi. Libera.Tv trasmette e realizza dirette streaming consentendo a decine di migliaia di persone di essere presenti “virtualmente” a tantissimi eventi politici e culturali. E’ già capitato che nostri servizi siano stati rilanciati dalla RAI o che grandi giornali abbiano usato Libera.Tv come fonte ma la cosa che ci ha fatto più piacere è stato ricevere nel 2012 il premio per la WebTv italiana più interattiva.
2) Il progetto per non udenti di cui parlava il Venerdì di Repubblica…
Quasi un anno fa siamo stati contattati da una straordinaria associazione, onA.I.R, che si occupa di respeaking e quindi di accessibilità dei contenuti a tutti ed in particolare alle persone sorde. Questi amici ci hanno fatto notare che la quasi totalità dei contenuti di Libera.Tv non poteva essere fruita da persone con problemi uditivi o linguistici dato che non disponeva di sottotitoli. L’obiezione ci ha colpito nel profondo dato che la solidarietà e l’azione contro ogni discriminazione è parte del DNA del nostro progetto. Insieme ad onA.I.R. abbiamo quindi deciso di porre rimedio almeno parzialmente a questo difetto della nostra piattaforma. Abbiamo quindi firmato un accordo per la nascita di del progetto “TVonA.I.R.” e così Libera.TV ha messo a disposizione di onA.I.R. uno spazio tutto suo (http://www.libera.tv/onair-tv ) per caricare i video sottotitolati dai propri membri. In un anno on.A.I.R. ha sottotitolato centinaia e centinaia di contenuti di Libera.Tv ed ha caricato sul proprio canale anche contenuti propri. Oggi questa esperienza è all’attenzione dell’Ente Nazionale Sordi con cui tra qualche giorno Libera.Tv e on.A.I.R. firmeranno un accordo per valorizzare TVonA.I.R come una esperienza pilota che deve essere presa come punto di rifermento per l’accessibilità dei contenuti sul web. Il prossimo passo porterà all’integrazione con l’interpretazione in LIS (lingua dei segni) ed ad una procedura per la realizzazione di tutti i contenuti di Libera.Tv nella forma della totale accessibilità. Per questo servono risorse non piccole ma se vogliamo davvero che internet divenga uno spazio di partecipazione attiva dobbiamo, anche sulla rete, abbattere ogni barriera. Speriamo quindi di trovare sostegno concreto anche dal mondo delle istituzioni e dell’associazionismo per poter diffondere e rafforzare questa esperienza.
3) Le piccole tv in Italia…
Libera.tv è parte della federazione delle webtv italiane (FEMI) che raggruppa oltre 600 canali e che realizza eventi in diretta. Questa esperienza associativa ci ha messo in contatto con una ricchissima rete di esperienze che rappresentano un tessuto ancora inesplorato di informazione dal basso. Le WebTv sono tra loro molto diverse ma hanno in comune la passione di sperimentarsi su un terreno che inevitabilmente rappresenta la nuova frontiera dell’informazione e della comunicazione. Mentre le tradizionali TV locali sono in una crisi ormai irreversibile in rete nascono antenne emittenti attente alla dimensione micro che si mettono in sintonia con un nuovo modo di intendere il rapporto con il proprio territorio. La grande informazione tralascia le “nicchie”territoriali o di interesse al massimo parcheggiandole in un introvabile canale satellitare. Le WebTv possono fare rete e far emergere i loro contenuti sfidando il main stream. Ciò che manca è una politica statale e regionale di sostegno all’editoria on-line che impedisca l’inaridirsi della rete e la formazione di monopoli come è già successo per la TV tradizionale. Non servono finanziamenti a pioggia ma incentivi mirati per sostenere i progetti ed aiutare le migliori esperienze a fare il passo verso la professionalizzazione e l’imprenditorialità. Per costruire davvero una informazione dal basso abbiamo bisogno di giornalisti che possano vivere del loro lavoro. Anche il pubblico deve fare la propria parte smettendo di credere che in rete tutto è gratuito. Se un video ci è piaciuto, se un blog ci aiuta a capire la realtà, se una webtv trasmette quello che volevamo proprio vedere dobbiamo imparare a sostenere economicamente questi canali. Se non si paga l’informazione avremo solo l’informazione che qualcuno vorrà gentilmente regalarci e non saremo certo più liberi.
David Busato
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