CILE 40 anni dopo : parla Jorge Coulon, leader storico degli Inti Illimani e oggi candidato del PCC
CILE : 40 ANNI DOPO
Intervista a Jorge Coulon, leader e fondatore del gruppo cileno degli Inti Illimani, candidato al palrlamento cileno nelle file del Partito Comunista alle prossime presidenziali di novembre.
COMMEMORAZIONE DI ALLENDE NEL 40ESIMO ANNIVERSARIO DEL GOLPE FASCISTA IN CILE E CONCERTO DEGLI INTI ILLIMANI
"Il capitale straniero, l'imperialismo, uniti alla reazione, crearono il clima affinchè le Forze Armate rompessero la tradizione (democratica, ndt). Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più. Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi. Lavoratori, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!" .
Queste le ultime parole alla radio di Salvador Allende, il giorno stesso del golpe dell'11 settembre 1973, poco prima della fine.
Per commemorare Allende e Unidad Popular, la formazione di sinistra al governo in Cile dal '70 al '73, stroncati nel sangue con oltre 3.000 morti e 60.000 desaparecidos, dal colpo di stato fascista dell'11 settembre 1973,
il Comitato antifascista e per la memoria storica-Parma
Chi ha paura di Salvador Allende?
di Jorge Coulon
Quest’anno cade il centenario della nascita di Salvador Allende Gossens, a Valparaiso. Noi ingenui che speravamo in un anno di discussioni, dibattiti, riflessioni, incontri, commemorazioni, domande … in poche parole, in un anno utile alla crescita politica e democratica del Paese, cominciamo a renderci conto che, a 35 anni dalla sua morte, in Cile si ha ancora paura di Allende e delle circostanze della sua vita.
Purtroppo non sembra che la politica cilena sia all’altezza del proprio passato e molto probabilmente lasceremo passare questa opportunità di andare oltre le parole d’ordine e gli omaggi agiografici per assumere la profondità e lo spessore di questo personaggio centrale della politica latino americana e mondiale.
Salvador Allende suscita l’ammirazione e l’interesse dei democratici di tutto il mondo. Certamente è presente, in questo sentimento, una forte componente emotiva per le circostanze nelle quali Allende mantenne a costo della vita la coerenza di un combattente socialista e laico, la dignità di un Presidente davvero repubblicano, la coscienza del suo ruolo nella storia, però … ci inganneremmo se non tenessimo di conto che l’enorme rispetto che Allende desta nel mondo ha una componente politica fondamentale, e più ancora, è un riconoscimento del mondo alla capacità di Allende e della democrazia cilena di intraprendere strade nuove e piene di speranza.
Niente di quello che accade oggi nel mondo è indipendente dalle conseguenze dell’11 settembre 1973, dalle lezioni e dalle conclusioni che il mondo trasse dalla tragica fine dell’esperienza di Unidad Popular. Esperienza che si apprezza, si studia, di discute in tutto il mondo: solo il Cile vive il tabù del proprio passato, solo il Cile rimuove dalla propria coscienza i successi e le frustrazioni della propria storia. Solo il Cile non capisce che discutere di Allende è parlare di futuro.
Valparaiso si prepara ad assumersi con orgoglio la responsabilità di aver fatto nascere, all’interno di una illustre famiglia “porteña”, questo figlio prediletto della città e della patria. Speriamo che il Paese non rimanga indietro, prigioniero della paura.
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