CARICHE E LACRIMOGENI CONTRO I SENZA CASA
Manifestanti e polizia si fronteggiano a Roma
Sono alcune migliaia le persone che dalle 11 e 30 circa di questa mattina si sono radunate, provenienti da Roma ma anche da altre città italiane, nel centro della capitale per esigere dal governo un piano che metta fine alla piaga degli sfratti e dopo anni di latitanza e privatizzazioni del patrimonio pubblico decida un programma di edilizia pubblica opportunamento finanziato.
Una manifestazione che, dopo quella di Firenze del 25 ottobre, è in piena continuità con la campagna iniziata nelle scorse settimane e che ha avuto nella manifestazione nazionale del 19 ottobre il suo momento più alto, capace di strappare al ministro Lupi un incontro poi però rivelatosi inconcludente. Tanto da obbligare i movimenti di lotta per la casa e i sindacati di base a tornare in piazza oggi in occasione della Conferenza Stato Regioni che si sta tenendo nella sede del Consiglio dei Ministri, in Via della Stamperia, in un centro città completamente blindato dalle forze dell’ordine.
Tutto era filato liscio durante le prime ore della mobilitazione, con alcune migliaia di occupanti di case e inquilini degli enti pubblici ed ex pubblici ormai privatizzati e svenduti che avevano dato vita ad un vero e proprio assedio della conferenza, gridando slogan e muovendosi in corteo nelle vie attorno ai palazzi del potere dietro uno striscione che recitava "Una sola grande opera. Casa e reddito per tutti". In piazza tante famiglie con bambini e anche anziani inquilini della case degli enti o di appartamenti sottoposti a sfratto, oltre ad attivisti di varie realtà sociali e dell'Usb. Durante il corteo non sono mancati lanci di petardi e di uova contro i poliziotti schierati a difesa della zona interdetta.
Poi verso le 13.10 quando la manifestazione ha tentato di aggirare e superare i cordoni di polizia e i blindati sistemati per bloccare l’accesso alla ‘zona rossa’, in Via del Tritone sono partite alcune cariche e i poliziotti in assetto antisommossa hanno sparato una decina di lacrimogeni. Secondo alcune fonti qualche lacrimogeno sarebbe stato sparato dai manifestanti dall'alto, forse da un elicottero della polizia che volteggiava in quel momento sul centro di Roma, forse dal tetto di qualche edificio pubblico.
I manifestanti – alcuni dei quali sono rimasti feriti dalle manganellate ed altri si sono sentiti male per l’effetto dei gas – si sono inizialmente dispersi ma poco dopo sono tornati a concentrarsi per continuare la protesta con l'intenzione di rimanere in piazza fino alla fine della Conferenza Stato Regioni che all’ordine del giorno ha anche il tema degli sfratti.
Ma poi poco dopo le 13 e 30 un'altra carica e un cordoni di polizia e blindati hanno sbarrato il passo ai dimostranti in via dei Crociferi, uno stretto budello a pochi metri da Via del Tritone.
Ma anche in questo caso la manifestazione non si è sciolta del tutto e dopo pochi minuti le 'forze dell'ordine' hanno aperto il passaggio permettendo così ai dimostranti di ricompattarsi e di dirigersi di nuovo verso Palazzo Montecitorio.
Il corteo ha imboccato via del Corso con l'intenzione di dirigersi verso Piazza Venezia ma ha trovato di nuovo la strada sbarrata dai cordoni di celere, per cui ha deciso di tornare in Piazza Montecitorio e di dare inizio ad un'assemblea popolare. Intanto dall'interno del parlamento alcuni deputati delle destre – Pdl, Lega – durante i loro interventi hanno denunciato "i facinorosi" e i "violenti" che "mettono a ferro e fuoco la città" invitando le già assai zelanti forze dell'ordine ad intervenire con ancora maggiore durezza contro chi chiede il diritto alla casa e a una vita dignitosa.
Oltre ai numerosi feriti e intossicati – una donna si è dovuta recare in ospedale per farsi medicare – si registrano anche nove fermi realizzati da polizia e carabinieri, mentre anche altri dimostranti sarebbero stati fermati. In piazza Montecitorio si susseguono gli interventi dei promotori della mobilitazione che chiedono l'immediata liberazione di tutti i manifestanti trattenuti e una risposta vera da parte del governo e degli enti locali alle rivendicazioni di milioni di famiglie alle prese con il caro-casa.
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