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L’otto io lotto: USB invade i centri commerciali in tutta Italia

L’otto io lotto: USB invade i centri commerciali in tutta Italia

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Il conflitto nei templi dello shopping

Oggi in diverse città d'Italia, abbiamo manifestato contro lo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori della grande distribuzione, che nei giorni festivi, più che in tutti gli altri, pagano con la loro vita gli effetti delle liberalizzazioni selvagge del commercio. A Roma, Milano, Bologna, Parma, Schio, Firenze, Napoli, Salerno, Bari e Catanzaro l’USB, insieme agli studenti, alle associazioni giovanili e a quelle del territorio, ha portato il conflitto nei luoghi del commercio, moderne piazze del consumo, mettendo in evidenza le contraddizioni che “attraversano” un centro commerciale.


I lavoratori del commercio, precari e sottopagati, sono l’anello finale di una filiera fatta di schiavitù, di lavoratori a basso costo, costretti a dormire in una fabbrica all’interno di veri e propri loculi a Prato o nelle campagne di Rosarno in Calabria o Nardò in Puglia; che per produrre abiti o raccogliere agrumi, venduti tra gli sfarzi dei centri commerciali, ricevono il salario di un euro l’ora. Merci “movimentati” da lavoratori , soprattutto migranti, impiegati da aziende “cooperative” alle quali le catene della Grande Distribuzione Organizzata appaltano il lavoro nei propri magazzini: lavoratori con salari decuratati, zero diritti, zero sicurezza.

Alla manifestazione di Roma, al centro commerciale Roma Est, oltre duecento tra lavoratrici, lavoratori, precari, studenti, attivisti dell'Unione Sindacale di Base e realtà sociali, hanno sfilato all'interno di uno dei grandi templi dello shopping e dello sfruttamento della capitale, contro il lavoro nei giorni domenicali e festivi. Il corteo si è snodato per il centro commerciale e si è fermato a megafonare e volantinare davanti a tutti i negozi delle grandi firme.

Lo striscione che apre il corteo, le voci che si susseguono al megafono, le bandiere dell'USB, gli slogan dei manifestanti, insomma, oggi il dissenso organizzato ha varcato le soglie di un centro commerciale ed è stata praticata la resistenza a questo scempio che ha come unico scopo quello di ridurre le nostre vite a mere relazioni mediate dal denaro, annullando di fatto socialità, solidarietà e diritti fondamentali come appunto il diritto alla festa.

Tra la sorpresa e la curiosità degli acquirenti, che talvolta manifestano aperta simpatia per chi sta protestando, ed il sostegno dei commessi e delle innumerevoli figure di precari che costituiscono il lavoro vivo della grande, media e piccola distribuzione commerciale, che appena possono escono dai negozi, prendono il volantino e ringraziano, l’USB prosegue la propria azione di lotta.

I ricatti a cui ogni giorno lavoratori, lavoratrici, precari e precarie, studenti e studentesse e anche chi il lavoro semplicemente lo ambisce, disoccupati e disoccupate sono sottoposti, impediscono la liberazione dei singoli, la possibilità di rivendicare i propri diritti, di scegliere i propri tempi di vita. Le leggi avallano questo sistema e le classi dirigenti appaiono sorde di fronte alla mancanza di qualsiasi diritto.

Oggi abbiamo manifestato per non far sentire soli tutti coloro che lavorano anche nei festivi con paghe da fame, e alla fine siamo riusciti a ottenere un incontro con il direttore del centro commerciale Roma Est e il presidente del consorzio degli operatori, i quali hanno preso con noi l'impegno di farsi carico delle istanze che abbiamo presentato, attraverso una policy, che sebbene non vincolante, possa dare una linea di indirizzo etica alle aziende che hanno i loro negozi all' interno del centro commerciale. Nella delegazione, oltre a USB, TILT, CLAP, erano presenti il deputato Michele Dell'Orco del M5S e Marco Furfaro della segreteria nazionale di SEL.

Continueremo a chiedere reddito e diritti per tutte e tutti e a invadere i luoghi di lavoro che non li garantiscono.

 

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