Non vogliono la legge sulla rappresentanza sindacale ma lavorano sull’azionariato dei dipendenti
Si è svolta un'audizione delle forze sindacali presso la Commissione Lavoro del Senato.
USB, presente all'audizione, ha registrato il giudizio positivo espresso da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confsal sul testo presentato dal Presidente della Commissione, il Senatore Sacconi.
USB ha illustrato il suo giudizio estremamente negativo e l'incompatibilità tra ruolo sindacale e azionariato dei dipendenti, criticando anche l'utilizzo degli Enti Bilaterali e di altri strumenti “partecipativi” che dimostrano e sostengono l'ormai opprimente commistione di interessi tra aziende e sindacati “collaborativi”, termine questo coniato proprio da Sacconi quando era Ministro del Lavoro. Sottolineata anche la necessità di una legge sulla democrazia sui posti di lavoro e sulla rappresentatività sindacale. L'USB ha consegnato alla Commissione Lavoro del Senato una breve nota che riportiamo integralmente.
NOTA dell'Unione Sindacale di Base
In merito all'audizione presso la 11ª Commissione permanente del Senato del 4 febbraio 2014 sul Disegno di Legge n° 1051 per iniziativa dei senatori Sacconi, Ichino, Gatti, Mussolini, Berger, Mario Ferrara, Pagano, Piccinelli e Serafini, “Delega al Governo in materia di informazione e consultazione dei lavoratori, nonché per la definizione di misure per la democrazia economica”, l''Unione Sindacale di Base intende esporre quanto segue.
Preliminarmente si sottolinea la difficile comprensione rispetto a quanto previsto al punto 1 dell'art. 1 rispetto all'attivazione dei temi poi proposti attraverso il “contratto aziendale”. Tale scelta non può che essere letta come un ulteriore slittamento verso il depotenziamento del Contratto Nazionale in favore della contrattazione aziendale.
Per quanto riguarda i temi dell'informazione, della consultazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali e della negoziazione tra aziende e sindacati, previsti in varie forme dal Disegno di Legge in oggetto, si fa presente che, a prescindere dal giudizio di merito, tali argomentazioni a nostro avviso possono essere affrontate esclusivamente nell'ambito di una Legge sulla rappresentanza sindacale e sui diritti dei lavoratori sui posti di lavoro.
Un intervento su tali materie non inserito in un ambito più generale, produrrebbe infatti confusione e forti contraddizioni nelle relazioni tra aziende e sindacati.
Nel merito di tali temi, l'Unione Sindacale di Base esprime la necessità assoluta, soprattutto dopo la recente sentenza della Corte Costituzionale (n°231 del 2013) in tema di rappresentanza sindacale e art. 19 dello Statuto dei Lavoratori e dell'inaccettabile Accordo del 10 Gennaio 2014 tra Confindustria e Cgil, Cisl, Uil e Ugl, di una Legge complessiva sulla materia della rappresentanza sindacale che parta dal principio costituzionale che prevede il diritto dei lavoratori di scegliere da chi essere rappresentati, senza prevedere monopoli sindacali e discriminazioni.
Inoltre l'USB ritiene che l'esperienza di questi ultimi decenni nella costruzione di organismi congiunti, bilaterali, paritetici ecc., tra aziende e organizzazioni sindacali, abbia prodotto una estrema burocratizzazione del confronto, una commistione di interessi spesso estranei a quelli dei lavoratori ed un utilizzo talvolta non del tutto trasparente della destinazione e dell'utilizzo di quote di aumenti contrattuali spettanti ai lavoratori e gestite da tali organismi.
USB è quindi assolutamente contraria allo sviluppo e alla formalizzazione di tali strumenti congiunti ed è invece sicuramente favorevole alla massima trasparenza ed informazione ai lavoratori ed alle organizzazioni sindacali da parte delle aziende.
Rispetto al secondo tema affrontato dal Disegno di Legge 1051, cioè la partecipazione dei lavoratori agli utili e al capitale delle aziende, l'Unione Sindacale di Base ritiene che che nel caso si approvassero tali provvedimenti, le politiche di commistione e di “collaborazione” tra aziende e sindacato assumerebbero una forma indistinta ed una gravità inaudita ed oggettivamente trasformerebbero la rappresentanza dei lavoratori in esclusiva difesa degli interessi delle aziende, con conseguenze pesanti sull'occupazione, sui livelli salariali e sulla tutela delle condizioni di lavoro.
D'altra parte l'unica significativa esperienza di partecipazione dei lavoratori nel capitale di un'azienda è quella dell'Alitalia, iniziata alla fine degli anni '90, che vide la “trasformazione” di fortissimi sacrifici contrattuali per i lavoratori in termini salariali e normativi, in cambio di azioni poi risultate carta straccia e l'ascesa di sindacalisti nel Consiglio di Amministrazione. Tale catastrofica esperienza, conclusasi in modo estremamente negativo per tutti, ha scaricato sui lavoratori il peso maggiore di una crisi che si è poi rivelata in tutta la sua drammaticità negli anni seguenti ed allo stesso tempo non ha prodotto alcun risultato positivo neanche per l'azienda.
In conclusione di questa breve nota, l'Unione Sindacale di Base consegna alla Commissione un giudizio fortemente negativo sull'intero Disegno di Legge ed esprime l'urgenza della definizione di una legge sui diritti dei lavoratori e sulla rappresentanza sindacale che non può più essere lasciata alla discrezionalità delle cosiddette parti sociali, nella direzione della piena attuazione dell'articolo 39 della Costituzione.
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