CON CUBA SOCIALISTA E RIVOLUZIONARIA ALLA CASA ROSSA DI MILANO.
FREE THE CUBAN FIVE!
LIBERTAD PARA LOS CINCO CUBANOS!
Venerdì 14 marzo 2014, presso la Casa Rossa di via Monte Lungo 2 a Milano, affollatissima iniziativa internazionalista sul tema: “Libertad ya para los cinco antiterroristas cubanos!”. Proiezione del documentario “La storia dei cinque eroi cubani sequestrati negli Stati Uniti” a cura del CISV (Centro di Iniziative per la Verità e la Giustizia), video di Luigi Albert tratto dallo spettacolo teatrale “Cuba o muerte!”, Associazione Culturale Narramondo (www.narramondo.it). Sono quindi intervenuti Marcello Gentile (Casa Rossa di Milano, esperto di politica internazionale con alle spalle parecchie esperienze a fianco delle nuove realtà latinoamericane), nonchè gli autori Flavio Rossi e Andrea Galileo per la presentazione del libro “Cinque eroi dalla verità alla libertà” (prefazione di Gianni Minà con intervista esclusiva ad Aili Labanino, figlia di Ramon Labanino uno dei cinque, 144 pagine, edizioni la Città del Sole).
Cinque agenti antiterroristi che hanno sacrificato la loro libertà per salvare cittadini cubani e stranieri dal terrorismo sono stati brutalizzati, condannati e continuano ad essere perseguitati implacabilmente (da 14 anni!) come pericolose spie, proprio da coloro che dicono di battersi in tutto il mondo (con quali sanguinarie e atroci conseguenze) contro il “terrorismo”, gli stessi che sordi ad ogni appello, arroganti ed estranei alla dignità, si autoproclamano guida del “mondo libero e democratico”.
Il 3 marzo 2004 il più prestigioso intellettuale degli Stati Uniti, Noam Chomsky, l’ex ministro della Giustizia Ramsey Clark, il vescovo protestante di Detroit Thomas Gumbleton, il Nobel della Pace Rigoberta Menchù ed altre personalità avevano dovuto comprare per sessantamila dollari una pagina pubblicitaria del New York Times, per far conoscere finalmente questa storia nascosta fin dall’inizio all’opinione pubblica. Nella pagina ci si chiedeva: “E possibile essere imprigionati negli Stati Uniti per aver lottato contro il terrorismo?” e la risposta sotto era: “Si, se combatti il terrorismo di Miami”. Negli ultimi sei anni non è cambiato nulla, ma Obama ha vinto in Florida e persino a Miami senza l’aiuto, come fu per Bush jr., della Corte Suprema e senza l’appoggio dei gusanos e dei gruppi della destra eversiva della Florida. Sarebbe semplice per lui dimostrare che la politica estera del suo governo non è condizionata dai terroristi legati alla Fondazione cubano-americana di Miami, autori, in questi anni di 681 attentati, che hanno assassinato 3478 persone e ne hanno ferito altre 2000. Per ora il “democratico” Obama, ha incontrato solo i “duri” di Miami. Sarebbe utopistico sperare in un cambio di politica?” (Dal contributo al libro di Gianni Minà).
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