Invano abbiamo atteso i decreti attuativi delle roboanti anticipazioni del consiglio dei ministri in ordine all’erogazione degli 80 euro da elargire graziosamente a chi sta tra gli 8000 e i 24000 euro di reddito da lavoro dipendente. Ancora attendiamo, attendiamo cioè di capire bene di che si tratta, anche se qualche idea in merito l’abbiamo.
Punto primo: dalle dichiarazioni del ministro dell’economia Padoan, già pezzo da novanta del FMI prima e dell’OCSE poi, emerge che le coperture per questo impegno di spesa si fermano al 31 dicembre 2014, alla faccia dell’intervento strutturale;
secondo: nessuno smentisce la scomparsa delle detrazioni per il coniuge a carico, con una bella stangata per le famiglie monoreddito;
terzo: il salasso verso le autonomie locali non potrà che produrre un aumento delle imposte locali che sono già a livelli insopportabili;
quarto: il rinnovo dei contratti a questo punto, almeno nel pubblico impiego e nel trasporto pubblico locale, viene di fatto cassato affidando al bonus degli 80 euro, per il 2014 per adesso, la funzione di dare una spolverata ai redditi di chi lavora per la p.a.;
quinto: siamo in presenza di una colossale operazione elettorale destinata a scoprire davvero le carte solo dopo la chiusura delle urne per le Europee.
Nel mentre che attendiamo numi sulla questione, però l’ISTAT ci informa che oltre 1.135.000 famiglie, non singoli individui che quelli sono molti ma molti di più, non ha alcun reddito da lavoro e che tale cifra di senza redditi da lavoro è aumentata, dal 2011 a oggi, di 450.000 famiglie, grazie alle politiche di ossequio ai diktat della Troika.
Sempre oggi ci sarà battaglia alla Camera tra chi vuole mettere la fiducia sul pacchetto lavoro che aumenta a dismisura la precarietà e consente ai padroni licenziamenti seriali (il PD) e chi, la destra, vuole ancora più libertà di movimento e di precarizzazione.
E invece domani saremo in audizione al Senato per dire la nostra sul DDL 1428, quello cioè che mette mano agli ammortizzatori sociali introducendo criteri assicurativi soggettivi e non più collettivi, spezzetta tutte le tutele e da’ così mano libera ai padroni e da’ il via alla definizione di un Codice del lavoro, fortemente voluto da Ichino, che farà strage di tutta la normativa attuale sul lavoro.
Sempre domani però a Roma ci sarà un’assemblea nazionale di chi vuole costruire davvero la massa critica per affrontare il semestre europeo e attivare un forte conflitto, nei luoghi di lavoro, nelle categorie e nelle piazze. Noi saremo lì per dirci disponibili a preparare il contro-semestre europeo e ad organizzare gli scioperi e le mobilitazioni di massa assieme a tutti coloro che hanno compreso come non c’è lotta alle scelte dei governi nazionali senza lotta per rompere la gabbia dell’unione europea.
L’Assemblea si terrà domani, 23 aprile 2014, a Roma alle ore 16,30 in Via Galilei, 53.
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