“La RAI E MASTRO TITTA”, ovvero, Camusso e Angeletti stanno scientificamente consegnando il diritto di scioper
La nota inviata da Camusso e Angeletti al Garante sugli scioperi in ordine alla legittimità dello sciopero proclamato contro la privatizzazione della RAI per l’11 giugno contiene in se due fatti: sostiene la tesi che il conflitto sindacale sia tale solo quando prodotto da Cgil, Cisl e Uil – che notoriamente confliggono poco – e contemporaneamente smentisce una delle regole più sostenute da loro stessi in ordine alla necessità di garantire la rarefazione di almeno 10 giorni tra due scioperi nella stesso bacino di utenza, cosa che noi contestiamo da sempre e che solo oggi, perché li riguarda, anche Cgil e Uil contestano.
Ora lo sciopero proclamato per il giorno 19 giugno dalla USB non è rivolto in particolare alla RAI ma ha come obbiettivo il contrasto alla spending review e alle privatizzazioni ed è pertanto rivolto anche alle aziende partecipate dallo Stato, come in effetti la RAI è. Sostenere che “la USB non risulta avere una consistenza rappresentativa tale da integrare la violazione….(della rarefazione oggettiva ndr)” contiene in se due ulteriori motivi di ovvio dissenso; il primo è che se oggi la USB non ha una consistenza rappresentativa in RAI questo è dovuto alla scelta operata due mesi or sono di interrompere ogni relazione con il sindacato SNATER con cui aveva stretto un Patto federativo, a causa della sottoscrizione da parte dello stesso del Testo Unico del 10 gennaio sulla rappresentanza sindacale confezionato, proprio per escludere dalla rappresentanza i sindacati conflittuali, da Camusso, Angeletti e Bonanni. Oggi lo SNATER firma addirittura il ricorso assieme alla Camusso.
Il secondo punto è che non riusciamo a capire come mai oggi si insista tanto sul voler fare lo sciopero RAI, contro la vendita/privatizzazione di RAI WAY che è la struttura proprietaria della rete, quando c’è uno sciopero già proclamato per il 19 a tutela di tutti i servizi pubblici dalla mannaia delle privatizzazioni e soprattutto quando uguale veemenza e volontà di lotta non è stata espressa all’epoca della privatizzazione di Alitalia, di Telecom o dello spacchettamento delle ferrovie con la vendita proprio di RFI, cioè della rete o per fermare il devastante intervento della Fornero sulle pensioni.
Se i lavoratori RAI hanno bisogno di scioperare e di lottare contro il piano di Renzi di smantellamento del servizio Radio Televisivo pubblico potranno farlo il 19 giugno assieme a tutti quei lavoratori che scenderanno in sciopero per salvare il welfare, gli asset strategici e il futuro del Paese.
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