Legge di stabilità: per Squinzi è un sogno realizzato, per i lavoratori sarà un altro incubo
Se qualcuno pensava che un barlume di buon senso avesse scosso il governo Renzi che dichiara una Legge di Stabilità con meno tasse e addirittura l'impiego di risorse per rilanciare l'economia e l'occupazione, è bene che si svegli dal sogno e guardi in faccia la realtà.
L'unico che dichiara la sua “piena soddisfazione” è il presidente della Confindustria Squinzi, che aggiunge che le misure del governo “vanno esattamente nella direzione da noi auspicata in tanti anni” e che spiega e sintetizza il senso di ciò che hanno realizzato il trio Renzi/Padoan/Poletti:”Ieri quando il presidente del Consiglio ha presentato le misure, onestamente, ho sentito che si realizzava quasi un sogno: sono anni che chiediamo l'eliminazione della componente lavoro dall'Irap. Si va nella direzione auspicata in tanti anni. Anche l'azzeramento dei contributi sui neoassunti per tre anni è un provvedimento molto positivo”.
Quindi per creare lavoro si abbassa il suo costo attraverso la riduzione dell'IRAP ( che sino ad ora finanziava il Fondo Sanitario) e la decontribuzione per i primi tre anni?
No, assolutamente no! Ed è lo stesso Squinzi che lo dice rispondendo alla domanda se queste misure produrranno lavoro : “….è difficile da dirsi, perché le assunzioni si fanno quando c'è una richiesta del mercato che in questo momento è molto depresso”.
E allora, se questa legge di stabilità non crea lavoro, i circa 7 miliardi regalati alle aziende e sottratti ai cittadini, ai servizi e al welfare, serviranno a abbassare le perdite di utili e profitti aziendali. Così poi qualcuno, come ha già fatto Marchionne, avrà maggiori disponibilità finanziarie, potrà pagare super-premi ai propri mega-dirigenti e qualcun altro potrà trasferire all'estero le proprie attività.
Poi si dice che gli 80 euro vengono riconfermati. In pratica si tratta mediamente di molto meno nelle tasche di una parte delle famiglie italiane. Così si potrà continuare a giustificare mediaticamente il blocco dei contratti dei lavoratori del pubblico impiego, i tagli salariali della maggioranza delle aziende private e una generale perdita del potere di acquisto di salari e pensioni.
E la spending review, cioè i tagli nella pubblica amministrazione che rappresentano quasi la metà della manovra (15 miliardi), saranno concentrati non sugli sprechi ma da una parte sugli enti locali e dall'altra sui lavoratori pubblici.
Nello specifico i 4 miliardi che dovranno essere tagliati alle Regioni produrranno un taglio pesantissimo ai servizi ai cittadini e soprattutto alla Sanità le cui prestazioni verranno drasticamente ridimensionate e produrranno effetti impensabili sui cittadini, tanto da far dichiarare a Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni: "…. così azzerato Fondo sanità. Le Regioni dovranno aumentare imposte".
E le esternalizzazioni e le privatizzazioni dei servizi pubblici derivanti da ulteriori tagli ai Comuni e alle provvince faranno il resto: invece di far risparmiare produrranno un ulteriore e pesante depauperamento della ricchezza pubblica, riducendo i servizi, la loro qualità ed il welfare.
Nei prossimi giorni analizzeremo attentamente i dettagli della legge di stabilità di cui ad oggi si conoscono soltanto le slide di Renzi e proveremo con numeri e fatti che si tratta da una parte di un nuovo spostamento di risorse dal pubblico al privato e dall'altra di una nuova montatura mediatica che non produrrà neanche un posto di lavoro in più.
Noi nel frattempo cercheremo di rendere instabile questo scenario da inferno dantesco con le mobilitazioni che quotidianamente attuiamo in tutto il paese e, tra qualche giorno, con lo sciopero generale del 24 Ottobre che diventa sempre più puntuale e necessario.
(3)