QUANDO C'ERA L'UNITA'
servizio sul dibattito sull'informazione promosso da LiberaRete e AAMOD e trasmesso da Libera.Tv
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31 ottobre 2014
Articolo di Maurizio Musolino
Quando c’era l’Unità… Un titolo suggestivo per una iniziativa che ha visto discutere dello stato disalute dell’informazione di sinistra esperti e operatori del settore. L’evento che si è svolto a Roma mercoledì 29 ottobre, presso la sede dell’Archivio storico del movimento operaio, è stato costruito intorno alla proiezione del filmato “Dalle rotative al popolo”, un gioiello di trenta minuti che Gianni Peteani, il figlio del regista – Gian Luigi Brusadin –, ha restaurato rendendolo così una testimonianza viva di quello che ha significato nel secolo scorso l’informazione militante e di sinistra.
Un documento vivo, quindi, utile per capire il passato e per immaginare il futuro. Lo hanno sottolineato gli organizzatori spiegando che il senso dell’iniziativa non voleva assolutamente essere quella del rimpianto o della sterile memoria di quello che eravamo e non siamo più… Al centro delle immagini i vari step che dalle rotative portava l’Unità nelle case degli italiani, attraverso una capillare rete di diffusori che avevano nel Partito comunista italiano il perno essenziale. Ma soprattutto il film ha avuto il pregio di sottolineare il rapporto strettissimo fra il giornale e i propri lettori.
E proprio dalla rottura di questo rapporto si è snodata una bella discussione che ha visto uno dopo l’altro intervenire Gabriella Gallozzi e Pietro Spataro, Luca Telese, Jacopo Venier e Renato Parascandalo. Tanti i temi toccato (che potrete fra breve riascoltare su LiberaTv), fra questi la mancanza di comprensione di un mondo editoriale e no che stava cambiando e l’incapacità di trovare un legame con i propri lettori sempre più spesso considerati semplici acquirenti. E se Telese ha ricordato le difficoltà affrontate nel tentativo di creare una nuova testata, Pubblico, Parascandalo ha sottolineato come il futuro dell’informazione è nella rete, spesso sottovalutata e snobbata dalla sinistra. Da parte sua Spataro, più scettico sul valore della rete, ha auspicato un giornalismo che sappia immaginare il quotidiano del giorno dopo invece di proporre il giornale del giorno passato “che tutti conoscono grazie ad internet e alla televisione”. Venier ha invece invitato i presenti ad una riflessione su cosa hanno significato in questi anni i sussidi all’informazione e sull’incapacità di convincere i lettori che per avere media liberi e indipendenti si devono affrontare costi. Ed appunto sulla figura dell’editore si sono soffermati gran parte degli interventi insistendo sulla necessità di ripensarla completamente.
Ma i costi non sono tutto, resta – e in tanti lo hanno detto – il problema del rapporto con i lettori e con il popolo della sinistra. Quel popolo che oggi non solo vive nel rimpianto di un giornale come l’Unità ma che non ha più nessuna rappresentanza politica.
riprese e montaggio di Roberto Pietrucci
montaggio di Simone Bucci
(1588)