LE TUTELE TRA PROFESSIONALITA', ECONOMIA E LEGISLAZIONE
Video a cura di m@ridelsud – Articolo di Anna Maria Bruni
Come fanno a stare insieme quest’economia con la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro? Questa è la domanda chiave che emerge dall’intervento del senatore Enrico Buemi, membro della commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali correlati, e come tale ospite della conferenza stampa con la quale l’ordine dei chimici ha presentato questa mattina in Senato il convegno: “da Aprilia ad Adria. Il rischio chimico nelle aziende rifiuti, la professionalità di tutti gli attori”, che si terrà il prossimo 5 dicembre a Palazzo Chigi.
La necessità di “rilanciare l’economia, di essere competitivi sul mercato internazionale” e contemporaneamente “bonificare Taranto”: è l’esempio più tragico di un’azienda che dai tempi dell’Italsider ha massacrato l’ambiente e i suoi abitanti ad essere portato come prova di un impegno politico il cui ritardo, stando alle parole di Boemi, è necessario recuperare. Ma “il legislatore fissa l’asticella”, questa però “è una norma astratta che diventa concreta solo nel rispetto dell’applicazione”.
E’ qui che l’ordine dei chimici, a cominciare dal presidente di Roma Fabrizio Martinelli interviene per chiedere che il rispetto di questa applicazione si traduca nella “professionalità degli attori” in campo, proprio quella su cui ha deciso di organizzare addirittura un convegno. “Non c’è rispetto della norma e quindi tutela della sicurezza senza la professionalità di chi è deputato alla valutazione del rischio chimico”, ha ribadito Martinelli aprendo la conferenza stampa, “ci sono solo i morti di Aprilia e Adria e i tanti che non fanno nemmeno notizia”. Un tema che rimanda di nuovo alla politica e alla necessità di fissare norme, scoprendo l’urgenza di uno scambio fra le parti. Un punto sottolineano dal presidente nazionale Armando Zingales con la necessità che l’ordine indirizzi il legislatore dando senso alla norma, e d’altra parte pretendendo l’ascolto di chi opera sul campo”.
Un capitolo aperto anche dai chimici di Trieste nei confronti del ruolo dell’Università, stigmatizzando la carriera per pubblicazioni a dispetto di un serio rapporto con il territorio. Un altro punto di vista per intervenire sulla materia a tutto tondo, moltiplicando gli interventi che da tutti i fronti possono determinare un cambio decisivo di rotta. Non ultimo quello giudiziario, tema sul quale anche in coda alla conferenza siamo tornati incalzando Buemi come membro della commissione giustizia, sull’insopportabile sentenza Eternit. “Non sono i tempi della prescrizione ma quelli del processo”, è stata la risposta, che rimanda ancora una volta alla Corte di Giustizia europea a dispetto dello stesso senatore, che alla domanda di libera.tv riguardo all’apertura delle procedure d’infrazione proprio in tema di valutazione del rischio fra gli altri punti, pur sottolineando l’impegno delle commissioni si è aggrappato allo slogan preferito di Renzi, “non lo facciamo perché ce lo chiede l’Europa”.
Uno scatto d’orgoglio che in tema di salute e sicurezza, di fronte ai tanti morti causati proprio da “semplificazioni” che deprimono la formazione, limitano la prevenzione e disattendono norme per accelerare la produttività potrebbe essere messo da parte, anche perché si tratta di cancellare due decreti, del governo Berlusconi e del governo Letta, per ripristinare l’impostazione originaria del Testo Unico sulla sicurezza. E’ una goccia nel mare, ma sarebbe già un buon segnale.
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