GIU' LE MANI DALLE CASE POPOLARI
Manifestazione a Roma – Quartiere Tufello
Anna Maria Bruni
Primo appuntamento del 2015 la manifestazione per la casa come diritto sociale, organizzata dal Comitato Case Popolari III Municipio, ha sfilato per tutte le vie del quartiere Tufello e Val Melaina per poi arrivare a piazza Sempione, davanti alla sede della Circoscrizione.
Una risposta al Decreto Lupi che pretende la vendita degli appartamenti in affitto (anche da cinquanta anni, come racconta a libera.tv la signora intervistata durante il corteo) spedendo famiglie e cittadini che li abitano in zone periferiche della città, sradicandole dai luoghi di vita e di socialità dove sono cresciuti e vissuti.
Perché il punto non è, e non può più essere, avere denaro sufficiente per comprare il proprio appartamento liquidando il problema con una risposta individuale e proprietaria, né con la stessa logica alzare un muro in difesa della propria casa in affitto perché non si ha quel denaro per comprarla. La questione che dai microfoni viene sollevata a piena voce sta nella volontà di difendere una comunità fatta di vita condivisa, socialità, affetti, protezione dei più deboli. Volontà di trasmettere a tutti che nessuno deve sentirsi solo, che i problemi economici, il disagio, le preoccupazioni sono questioni condivise. Non sono problemi individuali, sono questione politica.
L’unica strada per restituire a questa parola l’unico senso possibile: rimettere al centro l’uomo e i suoi bisogni. Due mesi di assemblee dei lotti delle case del Tufello riuniti all’Astra 19, e un percorso che lentamente si va costruendo anche negli altri quartieri romani. Per dire che il Decreto Lupi deve essere ritirato per lasciare il posto non solo al blocco degli sfratti che neanche nel milleproroghe ha trovato spazio, ma ad un vero rilancio dell’edilizia pubblica e popolare, cominciando dalla consegna delle 55,000 case sfitte solo a Roma, che senza nuova cementificazione risolverebbero il bisogno di casa in questa città.
Un bisogno che non si può limitare alle quattro mura, ma deve includere infrastrutture e servizi, per un ritorno alla promozione della vita nei quartieri, che significa anche eliminazione della pendolarità, e a caduta del traffico, per una qualità della vita della città complessivamente più alta. Un ulteriore tassello quindi della risposta alla vendita del decreto, che tenta di lucrare su quartieri come questo cogliendo l’occasione della rivalutazione dovuta all’allungamento della linea B della metropolitana fino all’inizio di Via Val Melaina.
Una speculazione sulla vita delle persone verso la quale questo come gli altri quartieri popolari di Roma si preparano a dire no, insieme al lavoro, alla scuola, ai servizi pubblici, all’acqua.
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