Saranno i 36 gradi costanti aggravati dal tasso fisso del 60% di umidità ma le dichiarazioni a La Stampa del Presidente della Commissione di Garanzia sul diritto di sciopero Roberto Alesse non sembrano molto lucide.
Questo ineffabile Commis di Stato, di cui poco si conoscono i meriti precedenti, da quando ha assunto la pomposa carica di gendarme dei diritti dei cittadini di fronte alle potenti avanzate degli scioperi contro gli inermi cittadini, non si risparmia nemmeno sotto la canicola e ogni giorno ne spara una più grossa.
A Lui poco interessa che, a milioni, si sia da anni senza contratto di lavoro (trasporto pubblico locale e lavoratori pubblici in primis), che i suoi sodali abbiano voracemente mangiato tutto ciò che c'era da mangiare nell'Atac come nelle altre municipalizzate sparse per l' Italia, che nei siti museali ormai a dare quel minimo di assistenza ai turisti e ai cittadini ci siano rimasti quattro gatti spesso precari e mal pagati, che nella sanità si muoia nei pronto soccorso perché non si riesce, grazie ai tagli ripetuti e devastanti, a dare quel minimo di garanzia di assistenza che un così delicato compito richiederebbe, a prescindere dalla spesa, che nei tribunali ci si invecchia aspettando giustizia, eccetera, eccetera, eccetera.
Di questo, ovviamente, colui che è investito del sacro compito di garantire e tutelare i diritti dei cittadini dagli scioperi di quei disgraziati di lavoratori, non si deve occupare, non è affar suo, non lo riguarda. Eppure spesso e' proprio contro questa condizione di degrado della cosa pubblica che si sciopera, pagando di tasca propria. Proprio per suscitare qualche resipiscenza sul valore della cosa pubblica in chi dovrebbe averla a cuore. Ma Roberto proprio non ci riesce, non ce la fa!
E così, brandendo poteri che non ha e che, stando alla Costituzione, a quel poco che ne rimane del Paese fondato sul lavoro, non si può proprio fare, chiede poteri straordinari e speciali per poter precettare, sanzionare, colpire, licenziare, multare tutti coloro che osano scioperare nei servizi pubblici, che di pubblico ormai hanno poco o nulla.
Ma se, passato il gran caldo, l'illustrissimo presidente volesse farsi un giretto negli infernali gironi in cui qualche milione di lavoratore ogni giorno cerca disperatamente, e contro tutto e tutti, di fare decentemente il proprio lavoro, per farsi un'ideuzza di quello che succede, di come si lavora, di dove si lavora, con quali strumenti si lavora, saremmo ben lieti di accompagnarlo. Magari capisce qualcosa di più di ciò di cui si deve occupare.
Tutto il resto sono litanie trite e ritrite. Non è mai bastata una legge a fermare il conflitto, non lo sarà neanche questa volta.
(18)