MILANO 12 DICEMBRE – STRATEGA DELLA TENSIONE
Interviste alla manifestazione per ricordare Piazza Fontana
a cura di Alfredo Comito – LiberaRete – Libera.Tv Lombardia
“Stay behind” era il nome dell’operazione sotterranea con cui pezzi delle istituzioni italiane hanno tentato di instaurare un clima di terrore e confusione generale atto a giustificare una restrizione delle libertà costituzionali e il sovvertimento dell’ordine democratico.
L’utilizzo di gruppi fascisti nella realizzazione degli attentati ha marcato quegli anni e fatto piombare il Paese in una stagione di crescente terrorismo.
Una società attiva e partecipe quella della fine degli anni ’60 che stava per vedere attuati in quegli anni gli sforzi compiuti per le conquiste di diritti sanciti dalla Costituzione.
Lo Statuto dei Lavoratori, la Parità uomo donna, il diritto alla Maternità sono leggi di quegli anni, votate in un Parlamento eletto col sistema Proporzionale, capace di governare il Paese e di produrre leggi che hanno costituito un importante avanzamento della società e del mondo del lavoro, a dimostrazione del fatto che i buoni governi dipendono più dalla qualità ed onestà dei parlamentari piuttosto che dalle leggi elettorali che da Berlusconi a Renzi si affannano a riscrivere.
Decine e decine le vittime, da Piazza Fontana a Milano alla Sala di attesa della Stazione di Bologna, ma a 46 anni di distanza da quel 12 dicembre 1969, le conquiste sociali di quella stagione sono state attaccate e demolite in questi ultimi 20 anni e si profila ora la modifica di 46 articoli della Costituzione che rischia di stravolgere gli equilibri democratici e aprire le porte ad un regime autoritario.
Infatti, il governo di Renzi, che ha già più volte ignorato i sindacati quali interlocutori dei lavoratori, ora si appresta a dotarsi di poteri più ampi sostenuto da una maggioranza parlamentare che sarà molto grande grazie al premio della nuova Legge elettorale che secondo molti costituzionalisti è peggiore di quella creata da un certo Benito Mussolini.
Lo scenario, dunque, pare suggerire che la “strategia della tensione” abbia vinto in Italia, essendo di fatto disgregate le organizzazioni dei lavoratori, semplificata e svuotata la politica di contenuti e ruoli, e spinta decisamente a destra la società, ma dal corteo milanese, molte voci si sono levate per fare memoria e per contrastare le derive fasciste e nazionaliste che si stanno alimentando in tutta Europa.
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