PENSIONI DI REVERSIBILITA’. ULTIMO ATTO DELLA STRATEGIA DELLA PENSIONE
L’attacco alla previdenza pubblica è una componente essenziale della distruzione dello stato sociale conquistato dai lavoratori negli anni trascorsi. Puntualmente arriva l’allarme sul patrimonio dell’Inps, dilapidato dall’accorpamento con l’Inpdap, simbolo dell’inadempienza dello stato nel versare i contributi dei dipendenti pubblici. La soluzione è la separazione tra assistenza sociale e previdenza, un’operazione giusta ma che ha in sé contenuti mistificanti.
La previdenza è stata devastata dalla legge Fornero in termini di età pensionabile infinita che arriverà ai 70 anni, con il calcolo contributivo che riduce l’assegno pensionistico in maniera notevole. Altra invenzione è la famosa flessibilità in uscita che consentirà di ridurre ulteriormente l’assegno pensionistico.
L’assistenza sociale è nel mirino non per essere integrata, ma per essere distrutta, ci hanno provato con le pensioni di invalidità, pensano di provarci con l’integrazione al minimo e le pensioni sociali, e ora con la reversibilità, ma :
LA PENSIONE DI REVERSIBILITA’ NON E’ ASSISTENZA SOCIALE, BENSI’ PRESTAZIONE PREVIDENZIALE A SEGUITO DI VERSAMENTO DI CONTRIBUZIONE.
Trasformando la pensione di reversibilità in assistenza sociale si cancella un diritto individuale, si toglie al superstite la propria autonomia economica, ammesso che l’assegno la consenta, lo si trasforma in soggetto da accudire da parte della famiglia che risulta allargata a tutti i conviventi per il calcolo patrimoniale. Questa operazione avrebbe un effetto devastante sulle condizioni di vita di anziani soli e sulla loro dignità, tant’è che la reversibilità viene definita la pensione delle vedove.
La trasformazione dell’ISEE, da criterio per l’accesso alle prestazioni sociale è utilizzata come strumento per l’esclusione dall’assistenza sociale, utilizzando il concetto di patrimonio familiare in maniera strumentale, consentirebbe una riduzione della pensione di reversibilità, fino alla negazione del diritto all’assegno pensionistico.
Le rassicurazioni del governo sono poco credibili e abbiamo imparato a non fidarci, solo chiacchiere e propaganda strumentale. Occorre mobilitarsi contro la gestione dell’Inps caposaldo della controriforma previdenziale e contro il governo delle banche. Costruiamo la nostra piattaforma sociale, cominciamo con :
• LIBERARE L’INPS DAI TRAFFICANTI DI PENSIONI
• APRIRE UNA VERTENZA CONTRO LA RIFORMA DELL’ISEE E IL SUO USO CHE CAUSA POVERTA’
• IMPORRE INTERVENTI PREVIDENZIALI PER AUMENTO DELLE PENSIONI MINIME E SOCIALI E APPLICAZIONE DELLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE SULLA PEREQUAZIONE
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