LA FIOM LICENZIA LA MINORANZA
Intervista di LiberaTv al Sindacalista Sergio Bellavita : Amarezza e parole dure contro Landini e tutto il gruppo dirigente
Dopo quasi vent’anni di militanza a Sergio Bellavita è stato ritirato il distacco sindacale, in pratica un licenziamento dall’organizzazione. Portavoce dell’area dissidente all’interno di CGIL e della stessa FIOM, Bellavita era ta tempo su posizioni diverse rispetto al gruppo dirigente. Parole molto critiche sulla democrazia all’interno del sindacato e dure accuse al gruppo dirigente, compreso il segretario generale dei metalmeccanici Maurizio Landini
Dichiarazione di Sergio Bellavita del 10 aprile 2016
La Cgil e la Fiom hanno deciso di chiudere la nostra esperienza di opposizione interna. Lo hanno fatto istituendo l’incompatibilità tra l’appartenenza alla Cgil e la libera iniziativa sociale. Contro delegati e delegate che lottano in Fca, stabilimento simbolo dell’autoritarismo padronale, arrivando così persino a ledere il libero esercizio del diritto costituzionale alla sciopero. Una mostruosità che fa a pezzi la storia stessa del sindacalismo confederale nel nostro paese. Il mio licenziamento è semplicemente l’atto pubblico ed esemplare per dire a tutti qual’è la condizione per stare in Cgil. Non è in discussione il dissenso, quello può restare per i prossimi duemila anni. La cgil e’ piena di sindacalisti che parlano di marxismo e rivoluzione ( che ovviamente riguarda altri…)e poi praticano tutt’altro…Quello che non si può più fare è opporsi, dire la verità , osare criticare la linea del sindacato dentro e fuori le anguste sedute di direttivi ormai ridotti a luoghi di non partecipazione e di obbedienza. Quello che non si può più fare e’ organizzare l’opposizione sociale. Noi siamo quindi colpevoli. Colpevoli di aver praticato le scelte che abbiamo fatto al congresso. Colpevoli di tentare la strada sempre difficile della coerenza. L’abbraccio tra Landini Camusso cgil cisl uil chiude ogni spazio di possibile opposizione. In totale coerenza con il modello che si sta costruendo intorno a esigibilità e diritto di sciopero. Landini colpisce perché deve ridurre all’obbedienza tutti coloro che ancora, dalla fabbrica agli apparati, non vogliono diventare agenti di un sindacato fondato sulle risorse degli enti bilaterali, sulla vendita di assicurazioni private, sulla complicità con le aziende. Oggi siamo costretti a misurarci con questa dura realtà e decidere il che fare.
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