ALTERNANZA SCUOLA LAVORO – L’ESPERIENZA DEL LICEO TASSO DI ROMA
Prima dello studio viene l’impresa
di Pietro Venier
Riceviamo e pubblichiamo molto volentieri il comunicato di denuncia degli studenti e delle studentesse del Liceo Tasso di Roma. La loro esperienza dimostra concretamente come sta cambiando la scuola italiana dopo le riforme volute da Renzi. Il corpo docente, diviso, diviene sempre più subalterno alle pretese esterne di chi approfitta dell’alternanza scuola-lavoro per entrare a gamba tesa nella scuola pubblica. La battaglia contro l’alternanza scuola lavoro può divenire un terreno di contestazione capace di far maturare un nuovo e diverso discorso sui valori e le finalità della scuola pubblica ma anche sui diritti dei lavoratori. Finalizzare l’istruzione non più alla formazione di cittadini consapevoli ma alla “produzione” di lavoratori già plasmati alle esigenze dell’impresa, contrasta con l’impianto costituzionale e priva le nuove generazioni della possibilità di formarsi in un ambito culturale ed educativo libero dalle logiche dello sfruttamento. L’insistenza con cui diversi governi stanno cercando di colpire a morte il sistema educativo italiano è però, per contrasto, la prova più evidente di come proprio la scuola rappresenta oggi l’ostacolo più importante sulla strada della definitiva affermazione di un modello sociale e culturale totalmente passivizzante. Per questo difendere la scuola pubblica significa non solo difendere i diritti dei giovani ad una istruzione libera ma al contempo difendere un imprescindibile presidio di democrazia per tutta la società.
IL COMUNICATO DEGLI STUDENTI E DELLE STUDENTESSE
L’altro ieri, sei giugno, noi studenti del liceo tasso ci siamo trovati a dover affrontare alcuni problemi dovuti alla gestione dell’alternanza scuola lavoro da parte del preside e di parte della componente docenti. Alcuni alunni del terzo anno avrebbero dovuto iniziare una settimana di alternanza (40 ore). La settimana doveva iniziare il sei giugno, due giorni prima della fine della scuola. In risposta alle preoccupazioni degli alunni, che temevano che l’anticipazione della fine della scuola non avrebbe dato a tutti le stesse possibilità di recupero, una circolare aveva assicurato che sarebbe stata data precedenza alla didattica piuttosto che all’alternanza. Alcuni alunni avrebbero dovuto sostenere un’interrogazione di recupero lunedì, e hanno quindi avvertito il sabato prima la componente docenti, che si è imposta perché andassero all’alternanza. Dato che era stata data loro l’occasione di recupero, e che comunque entrando a scuola e facendo l’interrogazione sarebbero riusciti ad arrivare, anche se con poco ritardo, all’alternanza, loro hanno deciso di andare comunque a scuola a sostenere l’interrogazione che era stata concessa grazie alla disponibilità dell’insegnante della materia. Arrivati a scuola sono stati insultati dalla professoressa referente dell’alternanza scuola lavoro, e tacciati come “cretini”, mentre alla professoressa che aveva dato la disponibilità per l’interrogazione è stata definita “non professionale” e “non adatta al suo ruolo”. Agli studenti inoltre sono state rivolte delle minacce di sospensione. Questa situazione ha prolungato la loro permanenza a scuola, rendendo loro impossibile, come invece avevano previsto, arrivare al luogo dove avrebbero dovuto svolgere l’alternanza. Il giorno dopo il preside ha deciso di sospendere questi studenti dall’alternanza che dovranno recuperare queste ore a settembre, perché la scuola non desse un’immagine “inaffidabile” agli enti esterni. Siamo rimasti indignati davanti all’ennesima chiusura da parte della componente docenti e del preside che, entrati nell’ottica della scuola azienda, sminuiscono il ruolo della scuola, nonché l’assoluta priorità della didattica rispetto ai percorsi d’alternanza. Questo comporta che gli studenti vengono trattati come dei lavoratori, e che l’immagine che la scuola da agli enti esterni che offrono occasioni di alternanza diventi più importante della didattica degli studenti. La sospensione dall’alternanza di questi alunni infatti vuole essere monito esemplare per tutti gli alunni, nonché dimostrazione agli enti esterni della serietà e dell’affidabilità della scuola. Come studenti ci opponiamo a quest’idea di scuola conforme ai dictat della riforma, e stamattina in prima ora siamo scesi tutti in cortile invece di entrare in classe. Ci siamo riuniti convocando un’assemblea straordinaria per discutere dell’accaduto e abbiamo deciso di redigere questo comunicato e di salire tutti insieme in presidenza per richiedere un colloquio con preside e componente docenti. Durante l’assemblea alcuni alunni che avevano aderito alla protesta sono stati richiamati dai loro professori e ad alcuni è stata messa una nota sul registro. Gli altri studenti sono saliti e hanno aspettato davanti alla presidenza finché dopo un’ora di attesa il preside ha accettato una delegazione di studenti, mentre gli altri rimanevano fuori ad aspettare. Dopo un lungo colloquio siamo riusciti ad ottenere la revoca della sospensione, e domani gli studenti verranno riammessi ai percorsi di alternanza in modo da non dover recuperare ore a settembre. Quello che è successo al tasso è solo un’altra dimostrazione del fatto che l’alternanza scuola-lavoro, e in generale il modello di scuola proposto da Renzi rovina la scuola pubblica svalutando il ruolo di studenti e professori. Con oggi ribadiamo ancora una volta il nostro dissenso e alziamo ancora di più la nostra voce. Continueremo a mobilitarci nelle scuole e nelle strade affinché episodi simili non debbano più verificarsi. Noi non accettiamo e non accetteremo di conformarci a questo modello di scuola che non ci rappresenterà mai.
Gli studenti e le studentesse del liceo Tasso
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