PREVISTE ESTERNALIZZAZIONI E TAGLI AI SALARI – I LAVORATORI ALITALIA SI MOBILITANO
A Roma presidio dei lavoratori Alitalia il 12 dicembre per dire no a nuovi sacrifici. Si prospetta uno sciopero del settore
Interviste a cura di Alfredo Comito LiberaRete – Libera.tv
Sui lavoratori Alitalia si prospettano nuovi tagli alle attività con risvolti negativi sui salari e sulla occupazione. La società che una volta era detta Compagnia di bandiera, continua a patire un lento collasso nonostante il recente intervento dei nuovi azionisti della Etihad. I lavoratori denunziano la volontà di un ulteriore ridimensionamento della compagnia “troppo grande per essere low cost e troppo piccola per aggredire il mercato e superare la concorrenza”.
Quando Alitalia era pubblica, era un vettore globale, copriva cioè, tutte le tratte internazionali e nazionali. Negli anni ’90 l’Europa impose la liberalizzazione del mercato e il progetto di fusione tra Alitalia e KLM olandese, che avrebbe dovuto scrivere il suo roseo futuro nel mercato globale con due grandi aeroporti di smistamento (ABB) ad Amsterdam e Milano, crollò per liti interne alla politica italiana, tra il governo che puntava su Malpensa e il comune di Milano che sosteneva il traffico a Linate. La KLM preferì pagare la penale dell’accordo siglato e fallire pur di proseguire con gli italiani e nell’impotenza dei governi (azionisti di maggioranza della compagnia), l’Alitalia iniziò a perdere milioni e competitività sino al suo fallimento nel 2008. Allora giunsero i “Capitani coraggiosi” chiamati da Silvio Berlusconi a salvare il capitale italiano, benché nessuno fra loro fosse esperto del settore. Una bella fotografia per lo spot nel salotto di Bruno Vespa, ma alle loro spalle c’era AirFrance e un preciso piano di ridimensionamento al fine di ridurre la compagnia a semplice ancella di quella francese.
Ora ci sono gli arabi di Etihad che hanno fatto esclamare a Renzi “allacciate le cinture, si decolla”, ma l’unica cosa che è decollata è il passivo che matura ogni giorno la società. Un altro spot, a cui però, la gente non crede più.
I lavoratori Alitalia sosterranno un presidio il 12 dicembre organizzato dalla CUB, per contestare il nuovo piano di risanamento e proporre invece, investimenti per rilanciare l’azienda. Il futuro di Alitalia e dei suoi lavoratori pare seguire il destino di un Paese che sbriciola le sue ricchezze e proclama il cambiamento seguitando a distruggere. Nessun governo, in questi anni, ha elaborato un piano di sviluppo sui settori strategici che consentisse al Paese di superare la c.d. era industriale e proiettarsi nel futuro. Dalle energie rinnovabili al turismo tanto decantato, l’Italia resta al palo. Dipendiamo sempre più da altri attori per distribuire i nostri prodotti così come per far viaggiare i nostri amatissimi turisti. Forse per Roma o Milano non ci saranno più voli diretti dai grandi centri del mondo, ma cosa importa. il PIL cresce con l’ottimismo, ce lo hanno insegnato i “premier”. Per il resto, c’è sempre il voucher.
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