PRESIDIO E CORTEO ANTIFASCISTA PER LE VIE DI MILANO
La questura e la prefettura autorizzano il raduno di Forza Nuova all’Arco della Pace. L’ANPI e migliaia di persone rispondono in Piazza Fontana. Presente il Comune con la Vicesindaco Anna Scavuzzo. Roberto Cenati, Presidente provinciale ANPI “Gl’italiani non hanno ancora fatto i conti col loro passato e col fascismo”.
Interviste a cura di Alfredo Comito LiberaRete – Libera.tv
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MILANO – In risposta al raduno dei militanti di Forza Nuova, che la Corte di Cassazione ha dichiarato essere “una formazione neofascista”, si è tenuto un presidio in Piazza Fontana per contestare l’autorizzazione al presidio di tale organizzazione e per ribadire la coscienza antifascista della città medaglia d’oro per la resistenza.
Promosso dall’ANPI, ha registrato la presenza del Comune con la Vicesindaco di Milano Anna Scavuzzo e di molte associazioni antifasciste che hanno riempito la piazza e composto un corteo che ha percorso le vie del centro della città.
Il tema dell’antifascismo è spesso relegato a retorica del passato e nella opinione pubblica persiste il dire che il fascismo ha fatto anche delle cose buone. La memoria storica di ciò che è stato realmente il fascismo e in cosa consiste il suo pericolo attuale non viene affrontato se non davanti a provocazioni come quella di Forza Nuova che sfida apertamente la legge che vieta la ricomposizione di una formazione di stampo fascista, o nella memoria rituale del 25 aprile.
Il fascismo, il sopruso con cui ha conquistato il potere riducendo i lavoratori e le sue organizzazioni al silenzio, il culto della violenza e la soppressione delle libertà collettive e individuali sino alla deportazioni di oppositori e degli ebrei, non sembra aver tracciato una reale linea tra passato e presente, come dice Cenati, l’Italia non ha fatto ancora i conti col fascismo.
E’ stato chiesto con forza l’intervento della magistratura sulla organizzazione apertamente fascista come Forza Nuova, ma serve di più dice ancora Cenati, presidente Provinciale ANPI Milano. Serve un impegno politico e storico verso le nuove generazioni. A loro, soprattutto, non dimenticare per non cadere nella trappola dell’odio e del razzismo di cui si alimenta il fascismo.
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