GERUSALEMME E’ LA CAPITALE DELLA PALESTINA
Le donne palestinesi, ebree ed arabe reagiscono alla decisione di Trump
Fonte : Donne del Mediterraneo – AWMR
Abbiamo deciso di pubblicare questi appelli diffusi e tradotti da AWMR Italia in merito alla gravissima decisione del Presidente USA Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. La parola delle donne è ancora più significativa in questo momento drammatico. Si tratta di donne palestinesi, di donne ebree, di donne arabe che vivono in israele. Ci parlano donne che ogni giorno si battono sul terreno contro l’occupazione e per la difesa dei diritti umani. Per loro è prioritario veder riconosciuta la legalità internazionale ed il diritto ad uno stato di Palestina che ne conseguee. In questo senso queste voci sono forse anche più significative delle immagini di lotta disperata nelle strade della Palestina. La decisione di Trump viola infatti ogni risoluzione delle Nazioni Unite e rischia di impedire per sempre ogni eventuale accordo tra Israele e Palestina. Trump vuole consentire a Benjamin Netanyahu di certificare e “legittimare” gli attuali rapporti di forza sul terreno. Se questo fosse accettato ciò dimostrerebbe agli occhi di tutto il mondo che la guerra è l’unica via per la affermazione dei diritti. La Palestina difficilmente nascerà da una guerra ma ciò non toglie che ha il diritto di esistere ed ha il diritto di avere Gerusalemme come propria capitale. Questo diritto nasce dal diritto internazionale e dalla storia di un popolo che è stato aggredito, deportato, derubato e colonizzato. Questo diritto non sarà cancellato dalle estemporanee dichiarazioni di un presidente USA tanto screditato da essere alla disperata ricerca di una guerra che ne mescheri l’incapacità a governare il proprio paese.
Unione Generale Donne Palestinesi (GUPW)
Noi donne palestinesi in lotta per i nostri diritti
A nome delle donne Palestinesi che combattono e lottano da decenni per il diritto del popolo palestinese alla autodeterminazione e alla costituzione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale, per il diritto al ritorno dei profughi secondo le legittime risoluzioni internazionali relative alla questione palestinese, leviamo la nostra voce contro la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di trasferirvi la propria ambasciata, contraddicendo la posizione della comunità internazionale che riconosce Gerusalemme come parte del territorio palestinese occupato in base alla risoluzione 478.
Questa decisione smaschera gli Stati Uniti come sostenitori dell’occupazione e non onesti mediatori del processo di pace.
Tutto il popolo palestinese rifiuta questa decisione e chiede a tutte le forze democratiche nel mondo che credono nei diritti umani e nella legalità internazionale di appoggiare il diritto del popolo palestinese a costituire uno stato palestinese indipendente entro i confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme est come capitale.
Ci appelliamo al mondo come associazione di donne democratiche che sta con il popolo palestinese, contro l’imperialismo e il sionismo, perché si condanni, si deplori e si denunci questa decisione. Ci appelliamo alla comunità internazionale perché si promuova una conferenza internazionale sotto l’egida del processo di pace delle Nazioni Unite per raggiungere una giusta e complessiva soluzione alla questione palestinese.
Viva l’amicizia tra i popoli pacifici, viva la lotta del popolo palestinese, viva le donne palestinesi in lotta, libertà ai prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane
INTISAR ELWAZIR
Presidente General Union of Palestinian Women
Movimento di Donne Democratiche in Israele
Noi, donne israeliane arabe ed ebree, chiediamo che Trump ritiri la sua grave decisione
Il Movimento di Donne Democratiche in Israele, che rappresenta migliaia di donne ebree ed arabe, esprime il proprio disappunto e rifiuto del riconoscimento annunciato dal presidente Trump di Gerusalemme come capitale di Israele. La decisione del presidente Trump è in contrasto con tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite contro l’occupazione israeliana dei territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est. Noi siamo preoccupate che questo annuncio porti ad una rinnovata esplosione di violenze.Tale decisione mette fine alla finzione degli Usa di giocare un ruolo di mediatore nel processo di pace. La politica del presidente Trump attizza il fuoco nel Medio Oriente e non aiuta a risolvere il problema. Per le donne della regione ciò si tradurrà in ulteriori sofferenze per le conseguenze della violenza repressiva. Negli ultimi giorni diversi palestinesi sono stati uccisi e centinaia sono stati feriti dall’esercito israeliano. Altre madri soffriranno per la perdita dei loro figli.
Noi ancora vogliamo credere che la soluzione di due Stati e la creazione di uno Stato Palestinese entro i confini anteriori al 1967 in Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est sia la giusta e durevole opzione per risolvere la perdurante occupazione.
La sovranità di Israele su Gerusalemme Ovest non è mai stata riconosciuta internazionalmente, e tutti i paesi mantengono le loro ambasciate a Tel Aviv. Il presidente Trump con questa sua decisione contraddice la posizione della comunità internazionale e sostiene l’occupazione illegale dei territori palestinesi da parte di Israele.
Tale decisione rinfocola i contrasti religiosi e incoraggia i gruppi fondamentalisti, poiché Gerusalemme è la città santa di tre religioni.
Noi, donne israeliane arabe ed ebree, chiediamo che il presidente Trump ritiri la sua pericolosa decisione e voglia svolgere un ruolo positivo nella soluzione del conflitto fra Israeliani e Palestinesi perché si giunga ad una giusta e durevole pace tra due Stati indipendenti.
10 dicembre 2017
Movement od Democratic Women in Israel
AWMR Italia -Donne della Regione Mediterranea
Palestina Libera
La AWMR Italia – Donne della Regione Mediterranea rifiuta il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte degli USA, annunciato dal loro presidente Trump in aperta violazione del diritto internazionale e dei diritti del popolo palestinese.
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