CONTESTAZIONI SULLA “SHARING ECONOMY”, LA NUOVA ECONOMIA DEGLI ALGORITMI E DELLA RETE. LAVORETTI O SFRUTTAMENTO?
Dibattito a Milano presso la Fondazione Feltrinelli sul tema “Algoritmi e Cooperazione”. Irruzione di alcuni fattorini Deliveroo che hanno denunziato “cottimo” e “sfruttamento”, e hanno chiesto al General Manager della società presente al dibattito, di essere riconosciuti lavoratori subordinati con regolare contratto nazionale di lavoro.
Interviste a cura di Alfredo Comito LiberaRete – Libera.tv
MILANO – Sulle opportunità che offre la Gig Economy e i logaritmi ad essa connessi, si è svolto a Milano un incontro dal tema “Algoritmi e Cooperazione” presso la Fondazione Feltrinelli con due ospiti, Demetrio Chiappa Presidente di DOC Servizi, e Matteo Sarzana General Manager di DELIVEROO Italia.
Le opinioni sugli orizzonti che sta aprendo questa nuova formula dell’economia che concilia la rete, gli algoritmi e i lavoratori, sono diversi e non sempre positivi. È critico, infatti, il lavoro di ricerca del giornalista Michele Staglianò intitolato “Lavoretti” nel quale descrive i livelli di stress dei lavoratori Google o le condizioni di povertà di quelli della Uber, benché lavorino sette giorni su sette. Questi ultimi, come quelli di Deliveroo che si occupano di consegnare i pasti ordinati in rete sulle App dai clienti, sono considerati lavoratori autonomi o manager di se stessi, padroni del loro tempo libero, libero di essere impiegato per un lavoretto che possa soddisfare le esigenze economiche di un giovane.
Peccato che la disoccupazione in Italia sia a due cifre e che quella giovanile superi il 30%, con picchi nel sud del Paese tali da provocare esodi di massa che non si vedevano dagli anni ’50. Disoccupazione e salari bassi spingono lavoratori giovani e meno giovani ad adattarsi e a fare più “lavoretti” per riuscire a campare. Sempre che si riesca a lavorare. Ma il General Manager di DELIVEROO Italia sostiene che sono proprio i lavoratori a desiderare una formula flessibile e senza vincoli contrattuali. Tesi che viene contraddetta, però, ancora prima del dibattito col pubblico, dalla presenza di alcuni suoi fattorini che hanno guadagnato a sorpresa la scena ed esposto uno striscione che recita “Il vostro algoritmo – cottimo e sfruttamento”. Nella loro breve incursione, i fattorini DELIVEROO hanno chiesto di essere riconosciuti come lavoratori dipendenti, di avere una assicurazione sugli infortuni e un contratto nazionale. Chiamati riders, i fattorini in bicicletta che corrono per le vie delle città per consegnare i pasti, vengono pagati a consegna, senza indennità malattia, ferie o assicurazione generale. Per lavorare basta visitare il sito, leggere le condizioni, aderire, attrezzarsi in proprio con bicicletta e casco, scaricare la App sul proprio cellulare per ricevere le commesse ed essere localizzati dal GPS, e via, si parte!
Matteo Sarzana afferma che l’assicurazione c’è, è privata, l’unica possibile per prestazioni di lavoro che non possono essere quantificabili a priori. I suoi fattorini lo contestano e annunciano uno sciopero per il 1 maggio.
Fuori dalla Fondazione Feltrinelli, sotto le luci dei locali che propongono aperitivi e davanti agli specchi dei nuovi grattaceli della Milano che si rinnova, quasi quasi ci si può illudere che il mondo che vede o dice di vedere il General Manager Sarzana sia vero, palpabile, che una società grassa e opulenta sia capace di offrire ai suoi giovani dei lavoretti, un modo semplice per guadagnarsi un po’ di indipendenza senza la necessaria burocrazia dei contratti nazionali di lavoro e delle indennità malattia. Non c’è bisogno di questi dettagli nella piazza dove zampilli d’acqua escono fra le luci della pavimentazione. Basta alzare gli occhi.
Intanto, un fattorino mi sfreccia davanti, mentre aspetto che giunga il verde. Forse pioverà più tardi. Le previsioni sono negative. Che problema c’è. Basta indossare la mantella e non temere di cadere per la strada né di essere investito da quelli che girano in auto senza mettere la freccia. Bisogna essere positivi. In fondo, si tratta solo di un “lavoretto”!
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