SGOMBERI : A Roma i rifugiati sudanesi di via Scorticabove buttati per strada
LA COMUNITA’ SUDANESE DI VIA SCORTICABOVE RESISTE ALLO SGOMBERO
Il Comune di Roma non si assume le proprie responsabilità
Articolo di Pietro Venier
Video Intervista realizzata da InfoAut
Sono braccianti ed ambulanti, sono lavoratori, sono tutti sudanesi che hanno diritto alla protezione umanitaria. Molti vengono dal Darfur dove una terribile guerra ha distrutto ogni prospettiva. Queste persone, dopo aver passato l’esperienza di vivere per strada, avevano trovato rifugio in una struttura in via Scorticabove a Roma. La struttura per un periodo è stata gestita da una cooperativa che è stata coinvolta nella inchiesta di Mafia Capitale. Sparita nel 2015 la cooperativa e nella assenza del Comune si sono organizzati. Hanno autogestito gli spazi organizzando anche una serie importante di attività sociali. Hanno chiesto di regolarizzare la situazione. Erano giustamente disponibili a pagare una parte dei costi. Invece di trovare una interlocuzione con la Giunta di punto in bianco si sono trovati di fronte le forze dell’ordine che hanno attuato lo sgombero. La soluzione che viene loro proposta è quella di disperdersi senza alcuna garanzia. Per loro significa ricominciare il calvario della ricerca di un tetto. Si tratta, è bene ripeterlo, di 120 persone presenti in Italia ormai da 15 anni e che si sono integrate nella società. Si tratta di una comunità legata da logiche di solidarietà reciproca che non vuole perdere la propria dimensione collettiva. Ecco un esempio di una azione del tutto controproducente. Si prende una situazione che nel dramma però “funziona” e le si impedisce di andare avanti senza proporre alcune soluzione. I rifugiati si sono accampati di fronte alla struttura e si rifiutano di andarsene. Cercano di spiegare i loro argomenti e le loro ragioni. Ci sarà qualcuno capace di ascoltare ? Per ora non sembra.
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