A Trieste una grandissima manifestazione antifascista
In 10.000 scendono in piazza contro CasaPound
di Pietro Venier
“Mai così tanti”. Non è vero ma la percezione diffusa è questa. Una affollatissima manifestazione gioiosa e vitale è stata la migliore risposta alla plumbea sfilata dei fascisti di CasaPound. Sono 10.000 gli antifascisti che hanno raccolto l’appello di ANPI, CGIL e Non una di Meno per una risposta diretta e popolare atta ad impedire il tentativo dell’estrema destra di prendersi la città. Un successo che è andato ben oltre le più rosee speranze degli organizzatori e che ha dimostrato che esiste ancora un forte tessuto democratico che cerca la strada per dare battaglia all’offensiva politica e culturale dell’estrema destra. In piazza sfilano i vecchi partigiani, a partire da una straordinaria novantenne come Lidia Menapace, ed i giovani studenti che già la mattina si erano incatenati ai monumenti cittadini per impedire che i fascisti potessero occupare la loro città. Con loro immigrati, femministe, militanti LGBT, semplici cittadini che sono preoccupati da un dilagare del razzismo che richiama gli anni più bui del secolo scorso. Insieme per gridare che “non passeranno”, che Trieste ricorda come furono proprio i fascisti a consegnare la città nelle mani dei nazisti che vi costruirono il lagher della Risiera, che il nazionalismo ha diviso terre e popoli ed ha provocato milioni di morti in tutta Europa, che la guerra in nome delle etnie non è un accidente del passato ma ha insanguinato l’Europa ancora negli anni ’90 a pochi chilometri da questa città. Siamo tutti “antifascisti” gridano in coro e Bella Ciao diventa l’inno di questa giornata di lotta. Il corteo segue il percorso “storico” che vuole le manifestazioni partire dal popolare quartiere di San Giacomo (un tempo abitato dagli operai dei cantieri e delle industrie) e scendere verso la città “borghese” come per un cercato incontro tra l’antifascismo sociale e quello culturale degli intellettuali che hanno fatto grande questa città in una ottica mitteleuropea e multiculturale. Italiani, sloveni, immigrati, cittadine e cittadini di questo mondo che non vuole ripiombare in una spirale di odio dove i fascisti, ma soprattutto il populismo nazionalista che li coltiva e li alimenta, rischiano di farci precipitare. Per questo quando questo popolo si scopre così numeroso non vuole più lasciarsi. Così i più combattivi proseguono il corteo e danno vita ad una festa liberatoria dove si mischiano musiche e culture. L’esatto contrario di quello che voleva la manifestazione neofascista. Trieste ha saputo mostrare la sua faccia migliore nel momento peggiore.
(244)