MORIRE DI PLASTICA : Ritrovata in Indonesia una balena con 6 chili di plastica nello stomaco
MORIRE DI PLASTICA
Muore una Balena a causa di 6 kg di plastica nello stomaco
Articolo di Pietro Venier
Video pubblicato da Worldethq
Nel parco nazionale di Wakatobi, in Indonesia, è stata trovata la carcassa di una balena contenente nello stomaco 4 bottiglie, 115 tazze, 25 buste, una sacca di nylon, un migliaio di altri piccoli pezzi in plastica e perfino un paio di ciabatte. Quasi 6 chili di plastica.
L’animale in avanzato stato di decomposizione è stato rinvenuto e studiato dallo staff del parco e del WWF indonesiano in seguito alla segnalazione di alcuni ambientalisti venuti a sapere che gli abitanti di un vicino villaggio stavano iniziando a macellare la carcassa. Nonostante sia impossibile stabilire con certezza le cause della morte dell’animale (la balena in questione è lunga quasi 10 metri) la sconcertante scoperta fa sospettare che la particolare alimentazione del cetaceo possa essere se non la causa principale almeno una concausa della dipartita dell’animale.
Sfortunatamente non si tratta di un episodio isolato. Anche l’anno scorso, in Thailandia, era stato trovato un cetaceo con al suo interno 80 buste di plastica ed ogni anno migliaia di tartarughe vengono ritrovate esanimi sulle spiagge di tutto il mondo sempre per il medesimo motivo.
Essendo i materiali plastici facilmente confondibili con organismi di cui i vari animali marini si cibano ed essendo la plastica un materiale che tende a scomporsi in piccoli frammenti, le microplastiche, con cui pesci e mammiferi entrano inevitabilmente in contatto, le morti causate da questo materiale sono destinate ad essere sempre più. Si stima che ogni anno 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici entrino in mare ed entro il 2050 arriveremo al punto di avere più plastica che pesci nei nostri mari.
L’Europa ha dimostrato di voler cercare una soluzione al problema con la recente messa al bando di alcuni prodotti monouso in plastica a partire dal 2021 ed anche varie aziende e start-up private si muovono in questa direzione, tra le quali merita una menzione The Ocean Cleanup che ha l’ambizioso obiettivo di rimuovere il 50% della plastica presente nell’oceano Pacifico nell’arco di 5 anni. I maggiori inquinanti però sono i paesi in via di sviluppo dell’area asiatica ed in particolare indocinese. La sola Indonesia ad esempio è la seconda inquinante mondiale, dopo la Cina, di materiali plastici e da sola versa in mare quasi 1,3 milioni di tonnellate di plastica. L’obiettivo del Paese è di ridurne l’utilizzo del 70% entro il 2025 ed il WWF auspica che episodi come la morte di questo animale possano far crescere la consapevolezza pubblica sul problema e incoraggiare dunque le operazioni di riduzione del consumo e della produzione di plastica.
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