L'incendio della struttura di “Città della Scienza” avvenuto a Napoli lascia l'amaro in bocca per tanti motivi ma l'analisi di come vengono oscurate o messe in risalto le informazioni in Italia, occupa gran parte delle riflessioni di queste ore.
Il polo scientifico e culturale napoletano, pensato in stile “città europea”, se da un lato rappresentava un catalizzatore di iniziative scientifiche e culturali che abbracciavano diverse fasce di età, dai ragazzini delle scuole elementari fino agli studenti universitari e ricercatori, dall'altra era lo specchio preciso dello sfruttamento dei lavoratori, come al solito la “grande” operazione di facciata, nascondeva un “dietro le quinte” da nascondere, su cui l'USB Lavoro Privato Campania era ed è adesso più che mai, impegnata da molti mesi.
I lavoratori impegnati nella struttura devastata dal fuoco sono senza stipendio da 12 mesi e pochissimi sono stati gli organi di informazione che hanno divulgato questo particolare.
Da quando stamane si è avuta consapevolezza del disastro, tutti i politici e i mezzi di informazione hanno speso fiumi di parole sull'importanza del polo scientifico, sul numero dei visitatori(circa 400.000 all'anno),l'effetto benefico per i cittadini di una città così sofferente come Napoli e tanti altri argomenti che sono anche fondamentali secondo noi, ma la domanda da farsi è un altra, se davvero si riconosce un ruolo così importante al polo, c'è bisogno che qualcuno ci spieghi come mai gli addetti non venivano pagati da 12 mesi, come mai le istituzioni comunali e regionali non investono in maniera adeguata in cultura e scienza, salvaguardando sopratutto quella classe di lavoratori che nell'ombra fa andare avanti la giostra.
Stamane abbiamo assistito a scene che fanno male, operai che piangevano, rassegnati ad un destino che, già prima sembrava inesorabilmente avviato al declino nonostante le lotte ed il sacrificio di molti che offrivano la loro prestazione gratis e per l'abbandono totale delle istituzioni in materia di investimenti(esiste all'esterno del polo una struttura di nuova costruzione il cui cantiere è fermo da un anno!), adesso è seriamente messo in discussione anche per il mantenimento dei livelli occupazionali.
Non è possibile accendere i riflettori solo quando si sfiorano tragedie o quando bisogna evidenziare i meriti o i demeriti del politico di turno, scordandosi completamente che parliamo di un azienda in crisi da più di un anno e di cui non se ne parla mai, tacendo sulla mancanza degli stipendi da 12 mesi ma sottolineando l'importanza della struttura per la cittadinanza, per il turismo e per i giovani.
Siamo stanchi di questa ipocrisia di facciata che risalta il “bello” senza mai parlare del marcio e dei colpevoli e dei danni che certe politiche “europeiste” hanno provocato in questi anni, in termini di taglio ai salari, perdita di dignità, diritti e posti di lavoro e con impieghi lavorativi che viaggiano solo sul filo del ricatto “padrone/schiavo”
Ancora una volta i tagli economici operati ai vari livelli istituzionali mettono in risalto le conseguenze sul tessuto sociale, in primis per la mancanza degli stipendi da un anno per questilavoratori, ma subito dopo per i problemi ed i nodi da sciogliere adesso, dopo il devastante incendio, per rimettere in sesto una struttura che, nei fatti, non esiste più.
Servono impegni, seri concreti e straordinari, da parte del Comune di Napoli, la Regione Campania ed il governo centrale, per ripristinare in tempi brevissimi la funzionalità di “Città della Scienza” e ridare il polo alla cittadinanza ma sopratutto lavoro a chi adesso lo ha perso, USB Lavoro Privato Campania metterà in campo tutte le forze per garantirlo, così come da anni segue i lavoratori della struttura incendiata.
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