LA CGIL RITIRI LA FIRMA
Il Comitato Centrale FIOM vota sul testo unico sulla rappresentanza firmato da CGIL, CISL, UIL e Confindustria
Al termine dei lavori del Comitato Centrale sono stati presentati due ordini del giorno che sono stati votati in contrapposizione. L’ordine del giorno presentato dalla Segreteria nazionale della Fiom-Cgil, è stato approvato con 106 voti a favore, l’ordine del giorno presentato da Sergio Bellavita, primo firmatario, ha raccolto 14 voti a favore.
Comitato Centrale Fiom-Cgil – 16 gennaio 2014
Ordine del giorno presentato dalla Segreteria nazionale Fiom-Cgil
Il Comitato Centrale della Fiom-Cgil approva la relazione del Segretario generale e gli assegna il mandato a rappresentare tale posizione al Comitato Direttivo della Cgil.
Su tale base si chiede che la Cgil ritiri la firma al “Testo unico sulla rappresentanza Confindustria, Cgil Cisl Uil” e si chieda la riapertura del negoziato.
Occorre ripristinare l’autonomia e la titolarità delle categorie nella contrattazione ad ogni livello, cancellare le sanzioni e l’arbitrato demandando davvero e senza vincoli ai contratti nazionali il diritto di poter contrattare clausole e/o procedure di raffreddamento per la gestione e il rispetto degli accordi, per quanto ci riguarda a partire dai contenuti della piattaforma per il rinnovo del Ccnl votata dall’Assemblea nazionale di Cervia.
Occorre estendere il diritto di voto delle lavoratrici e dei lavoratori sugli accordi e le piattaforme aziendali, nazionali e interconfederali.
Occorre rispettare pienamente i contenuti della sentenza della Corte costituzionale e garantire pienamente le libertà e i diritti in capo ai singoli lavoratori e dei loro rappresentanti eletti.
In ogni caso nel rispetto dello Statuto della Cgil bisogna mettere nelle condizioni tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori interessati, e in ultima istanza le iscritte e gli iscritti, di decidere sugli accordi che li riguardano.
Per far ciò è necessario prevedere una consultazione vincolante e straordinaria in cui garantire l’espressione e l’illustrazione di diverse valutazioni e giudizi.
Il Comitato Centrale dà mandato alla Segreteria nazionale di convocare in rapporto con le strutture della Fiom-Cgil attivi regionali delle delegate e dei delegati per discutere del documento programmatico e degli sviluppi della situazione sindacale ed economica in atto e delle azioni necessarie da mettere in campo.
Ordine del giorno presentato da Sergio Bellavita primo firmatario
respinto con 14 voti a favore.
Il Comitato centrale della Fiom intende esprimere un giudizio compiuto sull'accordo del 10 gennaio "testo unico sulla rappresentanza "sottoscritto da Cgil Cisl Uil e Confindustria.
L'accordo viola la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha riammesso la FIOM in Fiat, e che riserva i diritti solo ai sindacati firmatari, complici che accettano tutte le sue regole . Accetta e rafforza le deroghe in azienda peggiorative rispetto ai contratti nazionali su orari, prestazione e condizioni di lavoro.
Prevede la piena esigibilità delle intese, anche per chi non è d'accordo, e le sanzioni per chi li contrasta per migliorare la condizione dei lavoratori.
Un sistema sanzionatorio che colpisce il sindacato e i delegati aziendali. Esclude il voto democratico e vincolante dei lavoratori sugli accordi. Introduce una giuria di arbitri formata da tre rappresentanti di CGIL CISL UIL , tre della Confindustria e un "esperto"esterno che decide sui comportamenti delle categorie. Cioè la FIOM sarà giudicata da una commissione dove padroni e sindacati complici sono la grande maggioranza.
Questo è semplicemente l'accordo separato di Pomigliano, il modello Marchionne esteso a tutti.
L'accordo, liquidando le libertà sindacali e l'autonomia contrattuale delle categorie, viola i principi e lo Statuto della CGIL per questo la firma di Susanna Camusso è illegittima e per queste ragioni non può essere sottoposto alla consultazione dei lavoratori e degli iscritti.
Il testo unico sulla rappresentanza è la resa della Cgil al modello sindacale della Cisl. Esso è tuttavia in totale coerenza e assume sino in fondo i principi delle intese interconfederali del 28 giugno 2011 e del 31 maggio 2013 esaltati nel documento congressuale di maggioranza " Il lavoro cambia il futuro".
E' il combinato disposto di queste intese interconfederali che occorre contrastare in quanto instaurano un modello aziendalistico e corporativo che cancella nei fatti il sindacalismo democratico e di classe nel nostro paese,consegnando i lavoratori e le lavoratrici al dominio assoluto dell'impresa.
L'accordo del 31 maggio 2013 per tutte queste ragioni è uno spartiacque nella storia sociale e politica del paese.
Il Comitato Centrale della Fiom chiede alla Cgil il ritiro della firma e si riserva di agire ogni iniziativa a contrastare l’applicazione dell’accordo.
(229)