Crisi Telecomunicazioni – Centomila a rischio nel settore
Sciopero nazionale del settore telecomunicazioni. I lavoratori chiedono la difesa dei diritti e dei posti di lavoro
Comunicato COBAS Telecomunicazioni
Le imprese di Telecomunicazioni attaccano prepotenti. TIM ha disdetto i contratti aziendali tagliando diritti e salario in tutti i comparti e a tutti i livelli inquadramentali; la fusione di Wind con H3G rischia di produrre forti esuberi; Almaviva ricatta lavoratori e sindacati e guadagna tagli al salario, controllo individuale a distanza e 1666 licenziamenti; Comdata e Sky dichiarano esuberi; lo spostamento delle attività di call center all’estero continua inesorabile; non vi sono più remore a dichiarare che diritti, dignità e salario devono essere messi in discussione pena la disoccupazione. Il Governo soffia sul fuoco della deregolamentazione, sostiene le imprese, non adotta alcun provvedimento che limiti il lavoro all’estero e il continuo ricorso agli appalti sia nelle reti che nei servizi di contact center, anche in caso di commesse pubbliche. Per la prima volta un ammortizzatore sociale (cassa integrazione) viene usato dallo Stato per ricattare i lavoratori Almaviva di Napoli costretti tra tre mesi ad accettare la firma sindacale su tagli al salario e controllo individuale a distanza per evitare il licenziamento altrimenti certo e comunque, probabilmente, solo procrastinato.
Le Organizzazioni Sindacali trattanti sono partite con una piattaforma rivendicativa debole, priva di contenuti, senza alcun miglioramento significativo sulla parte normativa. Per la parte economica i rinnovi contrattuali appena conclusi (Metalmeccanici, Igiene Ambientale, Trasporti Pubblici Locali) introducono aumenti salariali bassi e in buona parte destinati a rimpinguare le casse del Welfare Aziendale (Sanità, Fondi Pensione ecc.) co-gestiti proprio dagli stessi sindacati firmatari. E il prezzo di questi esborsi datoriali è stato, ancora una volta, scaricato sulla pelle dei lavoratori
Tavolo CCNL saltato, settore piegato, famiglie esasperate.
Noi lavoratrici e lavoratori del settore TLC siamo un esercito, composto da quasi centomila donne e uomini. Siamo una forza sociale che crea profitti immensi e fa funzionare, tra mille difficoltà, il sistema delle telecomunicazioni e dei servizi clienti di tutto il paese.
Per difendere ed estendere diritti e salario dobbiamo iniziare a ragionare come soggetto collettivo.
Di fronte a vicende pesanti come in Tim e a vertenze drammatiche come in Almaviva, che fungono da apripista per politiche aziendali e governative di ricatto e ulteriore impoverimento dei lavoratori, la risposta SAREBBE DOVUTA ESSERE DI SETTORE, COMPATTA E DI FERMA OPPOSIZIONE. Sono vicende che riguardano tutti noi da vicino perché il CCNL delle Telecomunicazioni non potrà che esserne specchio.
Ogni vertenza e ogni tragedia sociale si è consumata nell’isolamento, nell’impotenza e nella pace sindacale complessiva del settore, legittimando così di fatto le aziende a proseguire in questa direzione. Serve invece una strategia complessiva di mobilitazione dei lavoratori del settore che inchiodi il governo alle sue responsabilità e limiti lo strapotere delle imprese responsabili di perdite di posti di lavoro, di diritti e di salario.
Per questo COBAS DEL LAVORO PRIVATO, in continuità con quanto accaduto il 13 dicembre scorso, per migliorare il CCNL TLC e per difendere i lavoratori del settore ha proclamato per l’intero turno di lavoro
Sciopero delle Tlc per mercoledì 1 Febbraio 2017!
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