LAVORO: SCIOPERO E PRESIDIO. CONTINUA LA LOTTA DEGLI OPERAI DELLA INNSE
Lotta di resistenza e solidarietà. Assente la FIOM da cui gli operai INNSE si sentono traditi e abbandonati.
Interviste a cura di Alfredo Comito LiberaRete – Libera.tv
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MILANO – Dopo oltre due settimane di sciopero, gli operai della INNSE hanno deciso di rientrare in fabbrica pronti, però, ad agire se le condizioni lo richiederanno. Cambio di strategia, ma nessun passo indietro rispetto alla richiesta del ritiro dei quattro licenziamenti e sul rispetto degli accordi che l’imprenditore bresciano aveva firmato nel 2009.
Gli operai della INNSE raccolgono la solidarietà di amici e compagni di lotta, ma denunziano l’abbandono della FIOM, il sindacato a cui sono iscritti da 35 anni. Una frattura che ogni giorno cresce col silenzio e la distanza dei loro rappresentanti che, sino a qualche anno fa annunziavano barricate per difendere l’articolo 18 e il diritto di rappresentanza sindacale, poi schiacciato dall’accordo del 10 gennaio 2014 che blinda il conflitto, principale strumento di lotta riconosciuto dalla Costituzione ad ogni lavoratore.
Il terreno concesso dal Comune di Milano a Camozzi per il simbolico costo di € 1.00 fa gola al mercato immobiliare e, nella progressiva diminuzione della produzione dell’ultimo anno, gli operai riscontrano la chiara volontà dell’imprenditore di disfarsi dei macchinari e capannoni per godere della speculazione su circa 30.000 mq.
Gli operai continuano il loro presidio e sostengono con forza la loro denunzia, ma al momento le istituzioni milanesi non sono ancora intervenute sul caso.
Nel frattempo, si montano i gazebo fuori dai cancelli.
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