EUROSTOP: NO ALL’EUROPA DELLE BANCHE E DELLA GUERRA
a Roma manifestazione in occasione del 60 anni della U.E.
Interviste ai partecipanti di Libera.Tv Lazio
25 MARZO, UNA SFIDA TUTTA POLITICA A UE, EURO E NATO
Articolo di Sergio Carraro
Il 25 marzo a Roma si renderanno esplicite tutte le opzioni in campo sul futuro del nostro e degli altri paesi europei.
Nel vertice dei capi di stato dell’Unione Europea si comincerà a concretizzare la cosiddetta “Europa a due velocità”, un eufemismo usato per nascondere una sostanza ben peggiore.
Da mesi ormai sta prendendo corpo un’accelerazione del progetto di fare del nucleo duro della Ue un polo imperialista in grado di reggere nella competizione globale in corso con altri poli come Usa, Cina, Russia. Anche i vertici istituzionali nazionali lo dicono ormai esplicitamente (“In un mondo sempre più fondato su protagonisti di grandi dimensioni, di veri e propri giganti istituzionali, l’Europa non può rinunziare al suo ruolo, e alle sue possibilità di influenza, facendosi più piccola”, Sergio Mattarella, tre giorni fa).
Un’ambizione che sta crescendo in tempi rapidi anche nella sua dimensione militare, attraverso il meccanismo delle “cooperazioni rafforzate”; cioè, chi è d’accordo va avanti. Anche per la moneta unica – l’euro – e per Schengen è stato così. Adesso avverrà altrettanto sulla Difesa Europea, alla quale verranno destinati finanziamenti crescenti – anche emettendo titoli di debito pubblico ad hoc – e sottraendo le spese militari ai vincoli del “patto di stabilità”, che resta invece implacabile invece per salari, pensioni, sanità istruzione. L’establishment che guida in questo momento l’Italia – che è già un paese a due velocità al suo interno – farà di tutto per essere magari “ultimo tra i primi e non primo tra gli ultimi”. I costi sociali di questa avventura, come già annunciato, saranno pesanti, soprattutto per lavoratori, disoccupati, pensionati, malati. Lo vedremo già ad aprile.
A contestare questo vertice di un apparato antipopolare, antidemocratico, guerrafondaio, come l’Unione Europea del XXI Secolo, ci saranno manifestazioni di segno completamente diverso, ma che chiariscono finalmente le opzioni in campo.
Fino ad oggi la comunicazione politica e i media mainstream hanno ingabbiato le posizioni sull’Unione Europea dentro uno schema fuorviante e che finalmente verrà spezzato. Fin qui o si era “europeisti” o “populisti e xenofobi”. Nulla di più falso.
In piazza infatti ci sarà la sinistra “unionista” che critica la Ue, ma che alimenta ancora l’illusione dolorosa di “un’altra Europa”, che ritiene possibile la sua riformabilità e l’attenuazione delle misure di austerity o contro i migranti. Ci sarà la “destra sovranista” che starnazza contro l’euro nelle piazze o in televisione, ma che ha votato in parlamento tutti le direttive imposte dalla Ue e alimenta l’illusione di una via d’uscita che presuppone un ritorno al passato e una guerra contro i poveri su base xenofobe.
Ma il 25 marzo – e finalmente – ci sarà in piazza anche l’opzione del No sociale, popolare, sindacale, democratico all’Unione Europea delle banche, dei padroni e delle guerre. Cioè di quanti, da tempo, hanno dichiarato che l’Unione Europea e i suoi trattati non sono riformabili; e che dunque vanno disdetti, smantellati, superati anche con una fuoriuscita unilaterale nel nostro paese – l’Italexit – che riproponga qui e ed ora la prospettiva che si era aperta con l’Oxi della Grecia nel referendum contro la Troika, subito disatteso dal governo della sinistra “unionista” di Tsipras.
La Piattaforma Eurostop dichiara apertamente che una prospettiva di cambiamento sociale di segno progressista ed egualitario sarà possibile solo uscendo dai trattati politici, economici e militari imposti dalle classi dominanti europee alle classi popolari nei vari paesi. Un primo passo, indispensabile per poter riprendere in mano la possibilità di decidere che paese e che mondo vogliamo costruire, non la soluzione miracolosa di tutti i problemi.
Quindi fuoriuscita dall’Unione Europea, dall’Eurozona e dalla Nato per disegnare un alternativa radicalmente diversa per il nostro e gli altri popoli prigionieri nella gabbia della Ue. Il fatto che questa prospettiva venga finalmente sottratta alla destra e venga dispiegata come alternativa alle sconfitte e alle ambiguità della sinistra “unionista”, sta facendo saltare i giochi e innervosire gli avversari di classe.
In pochi giorni le classi dominanti e i loro apparati sono passati dall’ignorare queste posizioni, poi alla derisione ed ora al combattimento per toglierle dall’orizzonte dell’agenda politica. Il gioco più semplice e più scontato è sempre il solito: occultare le ragioni di una manifestazione ed esaltare gli elementi di tensione sul piano dell’ordine pubblico.
Lo stanno già facendo, lo faranno prima, durante e dopo la manifestazione del 25, augurandosi che il combinato disposto tra un sistema mediatico inetto (ma oggi sempre meno efficace) e gli apparati repressivi possa risolvere le contraddizioni di un sistema di dominio che ormai teme il crescente disincanto e il risentimento popolare; sia quando manifesta o sciopera che quando vota. I fatti di questi ultimi dieci mesi lo hanno dimostrato, in Italia come in altri paesi.
Contro la manifestazione della Piattaforma Eurostop si adopereranno in molti, alcuni prevedibili, altri insospettabili. Agiremo e gestiremo questo momento di mobilitazione, così come quelli che lo precederanno o lo seguiranno, con la consapevolezza che la sfida è aperta ed è una sfida tutta sul piano politico, certi che sarà di grande efficacia tra i settori popolari del nostro paese per rimettere in moto una prospettiva di trasformazione sociale di segno progressista, ugualitario, internazionalista.
COMUNICATO STAMPA DI EUROSTOP SULLA MANIFESTAZIONE DEL 25 MARZO
Eurostop esprime soddisfazione per l’ottima riuscita della manifestazione del 25 marzo contro il vertice dell’Unione Europea, manifestazione promossa a movimenti territoriali e studenti in lotta. Per la prima volta nel paese è emersa chiara e forte la posizione di chi ritiene ormai irriformabile e regressiva la gabbia costituita da Unione Europea, moneta unica e Nato. Se c’è una possibilità di cambiamento politico, sociale, democratico, essa non può che darsi fuori da questa gabbia.
La manifestazione è riuscita nei numeri (più degli ottomila accreditatici in precedenza dai media) e nei contenuti nonostante un apparato mediatico e poliziesco che hanno cercato di fargli il vuoto intorno.
La demonizzazione preventiva della manifestazione non ha impedito a migliaia di lavoratori e lavoratrici, attivisti politici e sociali, occupanti di case e gente dei territori di scendere in piazza evitando tutte le trappole allestite per poter procedere alla criminalizzazione di una opzione politica che sgombra il campo dalle illusioni “unioniste” nella sinistra e alle strumentalizzazioni della destra. La manifestazione è riuscita nei suoi obiettivi, a tal punto da aver innescato una campagna di occultamento – costringendo i mass media a correre ai ripari – successivo a quella della demonizzazione preventiva che in qualche modo aveva dovuto dare visibilità agli obiettivi di Eurostop. Nei servizi del giorno dopo è stata cancellata ogni immagine o riferimento ad Eurostop. Nei prossimi giorni torneremo nel quartiere di Testaccio con una assemblea popolare che denunci il clima intimidatorio costruito sabato e renda esplicite agli abitanti del quartiere gli obiettivi di una manifestazione che si è voluta criminalizzare.
Eurostop intende esprimere pubblicamente e incondizionatamente solidarietà con gli attivisti fermati nella mattinata del 25 marzo mentre cercavano di raggiungere in pullman la manifestazione. Con motivi pretestuosi sono stati rinchiusi tutto il giorno nel centro stranieri della polizia a Tor Cervara e poi espulsi con fogli di via. Una dimostrazione in più della incostituzionalità dei provvedimenti di polizia preventiva, oggi utilizzati a piene mani contro attivisti politici e sociali, e sistematizzati da un decreto incostituzionale come il decreto Minniti. La lotta contro il decreto Minniti, le misure preventiva di polizia e la repressione entra a far pienamente parte del programma di azione di Eurostop dei prossimi mesi. I mass media cantano le lodi alla capacità di gestione del ministro Minniti, ma sabato in piazza in almeno due momenti (in Piazza Bocca della Verità e su Lungotevere Aventino) abbiamo assistito a decisioni degli apparati di ordine pubblico che avrebbero potuto scatenare – e del tutto gratuitamente – incidenti gravissimi. Solo la maturità dei manifestanti è riuscita ad evitare il peggio.
Infine, ma non certo per importanza, il vertice dei capi di stato dell’Unione Europea a Roma ha confermato le peggiori previsioni che Eurostop aveva anticipato già alla vigilia. La ratifica dell’aumento delle spese militari in nome della Difesa comune e di una Unione Europea a più velocità, conferma il progetto di fare intorno al nucleo duro delle principali potenze europee un nuovo polo imperialista dentro la competizione globale in corso. Il governo italiano vuole portare il paese dentro questo nucleo duro costringendo i lavoratori, i settori popolari, i disoccupati a nuove lacrime e sangue per rispettare i diktat europei – e della Germania soprattutto – e destinare maggiori risorse alle spese militari, alle banche e alle multinazionali. Una prospettiva inaccettabile che conferma le ragioni dell’Ital/Exit e di Eurostop ed esplicita il contrasto insanabile tra i Trattati europei e l’assetto Costituzionale del nostro paese come abbiamo chiaramente denunciato con l’assemblea del 23 marzo, alla vigilia della manifestazione.
Con la proposta di Eurostop i lavoratori e i disoccupati, i pensionati e i piccoli esercenti, i settori sociali impoveriti dalla crisi e dalle misure antipopolari imposte dalla Ue, potranno vedere in campo una prospettiva politica di cambiamento, di conflitto, di resistenza e di rappresentanza fino ad oggi inesistente.
Ringraziamo tutte e tutti i partecipanti e tutte le organizzazioni e i movimenti che hanno contribuito la riuscita della manifestazione.
http://www.eurostop.info/
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