CARTELLINO ROSSO AD ISRAELE – UN CALCIO ALL’OCCUPAZIONE
Campagna per il boicottaggio della partita Italia – Israele
In teoria lo sport dovrebbe rimanere estraneo alle contese politiche e tanto più alle guerre. Questo però quasi sempre non accade ed in particolare non accade in Israele ed in Palestina. La campagna internazionale “Cartellino rosso per Israele” da anni denuncia infatti che Israele pratica una sistematica opera di distruzione degli impianti sportivi palestinesi, impedisce l’attività delle associazioni sportive e colpisce i giocatori. Il calcio è divenuto quindi, per Israele, uno strumento della illegale occupazione militare della Palestina. Per questo non è sbagliato utilizzare l’occasione della partita Italia-Israele, valida per le qualificazioni dei mondiali di calcio 2018, per far presente a tutti i tifosi la reale situazione in cui vive la popolazione palestinese. Un popolo a cui è impedita anche la possibilità di praticare la propria passione per il calcio mentre nel campionato israeliano giocano anche le squadre provenienti dagli illegali insediamenti di occupazione in territorio palestinese. Le organizzazioni palestinesi, e la rete internazionale di solidarietà, chiedono quindi alla FIFA di sospendere, come fu fatto per il Sud Africa ai tempi dell’apartheid, il calcio israeliano dalle competizioni internazionali. Boicottare il calcio israeliano è quindi, secondo la campagna BDS, uno dei modi per diffondere ancora di più la consapevolezza che l’occupazione della Palestina deve finire al più presto.
Comunicato delle campagna italiana BDS
A sostegno dei diritti palestinesi
Nella città di Reggio Emilia, forte sostenitrice della lotta contro l’apartheid in Sudafrica
In occasione della partita di qualificazione ai Mondiali di Calcio 2018 tra Italia e Israele che si gioca a Reggio Emilia il 5 settembre, associazioni locali e nazionali stanno organizzando una serie di iniziative per sensibilizzare i cittadini sulle violazioni dei diritti umani e della legalità internazionale da parte di Israele, che colpiscono anche un diritto elementare come quello di praticare delle attività sportive.
Il programma prevede un presidio per illustrare le condizioni degli sportivi palestinesi sabato 2 settembre, un incontro pubblico sul diritto allo sport per tutti in Palestina cui aderiscono tra gli altri le sezioni locali di UISP, FIOM, CGIL, Pax Christi, ARCI, con collegamenti video dalla Palestina, lunedì 4 settembre, e la distribuzione di cartellini rossi allo stadio il giorno della partita, oltre ad azioni sui social media. (vedi programma completo).
Il governo israeliano usa il calcio come uno strumento di propaganda per accreditare Israele come un “paese normale” di fronte all’opinione pubblica mondiale. Ad esempio, Avraham Luzon, allora presidente della Associazione Calcistica Israeliana (IFA), in occasione del Campionato UEFA Under-21 tenutosi in Israele nel 2013, ha affermato “sono ansioso di mostrare al mondo il nostro caldo, moderno e grande paese ospitando questo prestigioso torneo. […] L’organizzazione di questo torneo porterà molti frutti a Israele […].”
Ma Israele non ha niente di normale. Da oltre 70 anni viola i diritti umani dei palestinesi e la legalità internazionale, imponendo un regime di colonizzazione, occupazione militare e apartheid che non risparmia nemmeno il mondo dello sport. Le autorità israeliane hanno:
- bombardato e distrutto stadi palestinesi;
- detenuto, imprigionato e ucciso giocatori palestinesi;
- impedito ai calciatori palestinesi di viaggiare dentro e fuori i territori Palestinesi occupati per allenarsi e per le partite;
- sparato deliberatamente ai piedi di giovani giocatori di calcio, ponendo fine alla loro carriera.
Inoltre, l’Associazione calcistica di Israele (IFA) comprende sette squadre con sede nelle colonie israeliane costruite in violazione del diritto internazionale su terre palestinesi. Queste squadre giocano nei Territori Palestinesi Occupati in violazione delle norme della FIFA che proibiscono di giocare partite sul territorio di un altro membro senza l’approvazione di quest’ultimo.
Reggio Emilia fin dagli anni Settanta si è schierata a fianco della lotta all’apartheid in Sudafrica, aderendo anche al boicottaggio, e ancora oggi celebra questo storico legame organizzando il Mandela Day. Il forte sostegno di Nelson Mandela per i diritti dei Palestinesi è riassunto nella sua storica frase: ”la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei Palestinesi”.
Proprio alla lotta contro l’apartheid in Sudafrica, dove il movimento di boicottaggio internazionale ha avuto un ruolo fondamentale, in particolare nel campo sportivo, si ispira il movimento internazionale per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni verso Israele (BDS).
Questa tradizione di solidarietà internazionale di Reggio Emilia e dei suoi cittadini contro l’oppressione e le violazioni dei diritti umani deve dare forza oggi a un rinnovato impegno per affermare i diritti dei palestinesi, mettendo Israele di fronte alle proprie responsabilità.
In tutto il mondo associazioni sportive, sindacati, organizzazioni per i diritti umani e gruppi religiosi che rappresentano milioni di persone, insieme a parlamentari europei e nazionali e personalità dello sport, hanno chiesto alla FIFA di sospendere Israele fino a quando non rispetterà lo statuto della stessa Federazione, i diritti umani e la legalità internazionale, così come fece nel caso del Sudafrica dell’apartheid.
BDS Italia, nel quadro della campagna internazionale “Cartellino Rosso all’Apartheid Israeliana”, denuncia le violazioni israeliane, anche in ambito sportivo, e chiede misure che costringano il governo israeliano a rispettare i diritti umani e la legalità internazionale.
BDS Italia fa appello a tutte associazioni solidali con i diritti del popolo palestinese e a tutte le persone che hanno a cuore i diritti umani a mobilitarsi e a partecipare alle iniziative in programma.
BDS Italia
BDS Italia è costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all’appello della società civile palestinese del 2005 per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele e le imprese complici fino a quando Israele non rispetterà il Diritto Internazionale ed i Diritti Umani. Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.
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