MILANO METTE SUL MERCATO IL TRASPORTO PUBBLICO GESTITO DA ATM. PRIVATIZZAZIONE IN VISTA
Assemblea pubblica in città indetta dal “Comitato ATM Pubblica”. L’azienda dei trasporti del Comune di Milano dovrà vincere la gara di appalto che sarà indetta nel 2018 per continuare a gestire il servizio. Una logica tesa alla privatizzazione del servizio pubblico che non trova alcun riscontro nei trattati europei, ma solo nella volontà della classe politica italiana. Un vero affare per le imprese private che avranno un profitto garantito dallo Stato. Un rischio per i lavoratori e per i cittadini come dimostrano le esperienze del passato.
Interviste a cura di Alfredo Comito LiberaRete – Libera.tv
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Contro la privatizzazione del trasporto pubblico a Milano si è svolta una assemblea pubblica indetta dal Comitato ATM Pubblica. Nel 2018 l’intero servizio sarà scomposto e messo a gara d’appalto. ATM non è una società pubblica in perdita e la qualità del suo servizio è riconosciuta dalle istituzioni e dall’utenza, ma il ceto politico italiano continua a disimpegnarsi dalla diretta gestione dei servizi essenziali e universali quali la sanità, l’istruzione, la rete e i trasporti, che l’Europa definisce “Generali” e sui quali non ha mai emesso direttive che impongono una loro cessione al mercato del profitto. Già, perché le Società per Azioni non hanno il fine del servizio e l’obbligo del “pareggio del bilancio”, bensì quello di ottenere utili da dividere tra i soci. “L’obbligo della privatizzazione non esiste in Europa” afferma Matteo Gatti, “l’articolo 345 del Trattato sul funzionamento della Unione Europea (TFUE) sancisce il principio della neutralità della UE rispetto ai regimi di proprietà. L’Unione Europea non prende posizione né a favore della impresa privata, né a sfavore della impresa pubblica. È assolutamente neutrale”. Esistono riscontri, infatti, in diversi Paesi europei sui servizi gestiti interamente da società pubbliche, e nessuno in quei Paesi pensa sia profittevole cedere il servizio e la sua gestione agli interessi del privato. Il privato, infatti, non investe dove non ha margini di profitto giudicati appetibili e a pagarne le conseguenze sono i cittadini che vedono cancellato un servizio a cui avrebbero diritto. È il caso dei cittadini di Firenze la cui società di trasporti è stata ceduta ai privati, con la conseguente dismissione di alcuni servizi alle scuole e ai disabili (gestite in parte ora dalle ASL), mentre ai lavoratori è stato disdetto il Contratto di II livello con una perdita sensibile sul salario e sui diritti. È il caso anche dei paesi a sud di Milano che hanno visto cancellato da due mesi il trasposto pubblico la domenica, come testimonia Giancarlo Broglia del Comitato Difesa Trasporti Pubblici di Paullo.
Una retorica, quella della privatizzazione, che la politica italiana spesso difende con la frase “lo vuole l’Europa”, ma che in realtà nasconde l’incapacità della stessa politica di fare politica, di occuparsi cioè, del bene pubblico, di quei servizi che l’UE identifica come “generali” e che sorprendentemente ha difeso con diverse sentenze contro le istanze presentate da aziende private.
Il Comitato ATM Pubblica sta raccogliendo le firme e intende promuovere la partecipazione dei cittadini onde informali su quanto sta accadendo e sulla concreta possibilità di una gestione pubblica dei servizi essenziali attraverso la formula che la stessa UE fornisce, quella delle “Società Speciali”, al 100% pubbliche, subordinate alle istituzioni pubbliche, con unico fine quello di garantire la qualità e l’universalità del servizio.
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