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DECRETO SALVINI: Sicurezza o Repressione?

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SI CANCELLA IL “PERMESSO UMANITARIO” E SI RISCHIA LA GALERA SE SI FANNO I PICCHETTI DAVANTI ALLE FABBRICHE

Il Decreto Sicurezza contiene misure ispirate alla repressione o alla sicurezza? Per capirne di più abbiamo incontrato Eugenio Losco, avvocato esperto del codice penale, e Pietro Basso, docente della Università Ca’ Foscari di Venezia

Interviste a cura di Alfredo Comito  LiberaRete-Libera.tv

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LiberaTv Base (2).Movie_IstantaneaCosa c’entra la sicurezza con la parola emigrazione? Cosa c’entra la sicurezza con la vendita anche ai privati dei beni confiscati alle mafie? Cosa c’entra la sicurezza con il permesso umanitario? Cosa centra la sicurezza con i picchetti dei lavoratori?

Mentre i controsoffitti delle scuole materne crollano sulle teste dei bambini, il Parlamento si accinge a votare il “Decreto Sicurezza” che cancella “l’umanitario”, permette ai privati prestanome delle mafie di riacquistare i beni loro sottratti dai magistrati, e punisce con la galera i lavoratori che per salvaguardare il salario o il posto di lavoro fanno i picchetti davanti ai cancelli delle fabbriche.

Nella migliore tradizione italiana degli ultimi 40 anni, nel decreto legge, consentito al Governo nel solo caso di provvedimenti urgenti, ma che di urgente hanno poco, viene inserito di tutto, ogni artificio possibile, anche quello che non ti aspetti. Così accade nel Decreto Genova per la caduta del ponte Morandi, nelle cui pieghe è prevista la “messa in regola” o condono dir si voglia, degli immobili costruiti ad Ischia sin dagli anni ’80. Cosa c’entra l’urgenza del ponte di Genova con i condoni delle case abusive ad Ischia, sul cui piccolo territorio ve ne sono migliaia e migliaia?

In Francia o in Germania non sanno cosa significhi “casa abusiva”. Non lo capiscono. Non ci arrivano proprio. Non capiscono neanche cosa significhi “in deroga” scritto in una legge. Non si fa, ma “in deroga” lo puoi fare? Sì, significa proprio questo.

E a voglia di andare avanti con condoni e deroghe, l’Italia si ritrova con un territorio non governato dalla legge, ma dalle criminalità, dagli abusi, dalle arroganze delle aziende che utilizzano i caporali per portare mano d’opera a basso costo e ricattabile nelle campagne di Rosarno, sul tavoliere nelle Puglie, o su, nel nord delle “eccellenze”, in provincia di Verona.

Secondo l’avvocato Losco, questo Decreto “interviene per colpire le classi più deboli per colpire gli ultimi e non solo gli immigrati”. Infatti, il Decreto Sicurezza che dovrà essere approvato entro il 3 dicembre con l’appoggio del Movimento 5 Stelle unito come una “testuggine romana”, così come suggerito da Di Maio, introduce il reato di blocco stradale prevedendo la galera per chi, come fanno spesso i lavoratori, organizza dei picchetti davanti ai cancelli di accesso alla strada della fabbrica presso cui lavorano. Una  forma di lotta utilizzata da sempre da comitati, cittadini e lavoratori, in particolare dagli operai che lavorano nella logistica, settore in forte espansione in Italia, costituito per circa 80% da persone immigrate. Con tale reato, l’immigrato correrebbe anche il rischio di perdere la nazionalità o di vedersi togliere il permesso di rifugiato, causando così, l’aumento della popolazione non regolare, priva di identità e diritti, facile strumento dello sfruttamento e delle criminalità.

“Se andate a Rosarno, se voi andate a Cerignola (…) dove la produzione richiede mano d’opera abbondante, la prassi in questi luoghi è di farti lavorare un mese, e alla fine, di avvertire i Carabinieri che ci sono individui senza permesso di soggiorno per non pagarti” dice Pietro Basso, docente alla Università Ca’ Foscari di Venezia.

“Salvini è l’ultimo di quelli che hanno collegato la sicurezza all’immigrazione” ci ricorda Basso. Cita la Legge Turco-Napolitano, la Bossi-Fini, il Decreto Maroni e, in ultimo, quello targato Minniti, che lo stesso Salvini ha riconosciuto quale ottima base di partenza. “Incolpare gli immigrati di importare criminalità serve a coprire i legami molto forti tra lo Stato e la criminalità organizzata” conclude Basso.

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LiberaRete Lombardia Profilo del gruppo lombardo dell'associazione LiberaRete che opera su Libera.Tv

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