Lettera aperta
a J.M. Barroso
del Comitato NO DEBITO
Presidente della Commissione Europea
Abbiamo occupato a Roma, il 15 febbraio, la hall della Rappresentanza della Commissione Europea per esprimere la solidarietà al popolo greco e la netta opposizione alle ‘politiche di austerità’ che i governi dell’Unione Europea stanno imponendo ai popoli.
La distruzione dei diritti sociali e dei diritti dei e delle lavoratori/trici, l’aggravarsi della disoccupazione, la generale insicurezza del lavoro con il precariato dilagante e l’attacco alla contrattazione collettiva, l’emarginazione delle donne, l’esplodere della povertà vanno di pari passo con la demolizione della democrazia. Il nuovo patto fiscale concentra i poteri delle politiche di bilancio nelle mani di un’oligarchia. Non sono né i popoli, né il Parlamento europeo, né i Parlamenti nazionali a decidere. A decidere sono i governi, sotto il ricatto dei mercati finanziari e le pressioni della BCE.
La gravità delle misure imposte alla Grecia è sotto gli occhi di tutti: dal 2010 al 2012 si sono susseguite manovre economiche al fine del ‘consolidamento fiscale’, anche a costo di provocare una gravissima recessione e l’impoverimento dei e delle cittadini/e. Nel 2010 ci sono stati il taglio del 20% delle pensioni dei pubblici dipendenti, l’innalzamento dell’età pensionabile e la fine della pensioni di anzianità; nel 2011 è avvenuto un nuovo prelievo del 20% sulle pensioni oltre i mille euro; ora, nel 2012 il salario minimo è stato tagliato del 22%; dal 2011 sono cominciati i licenziamenti nel pubblico impiego che nel solo 2012 dovrebbero essere ben 15000; c’è stato un aumento dell’IVA e del prelievo IRPEF. E procedono le privatizzazioni cosicché banche e grandi imprese potranno fare shopping dei ‘pezzi pregiati’ dell’economia greca. Tutto ciò mentre il bilancio della Difesa ellenico è ‘a livelli record’, come scrive il Corriere della Sera il 13 febbraio 2012 (pag. 5), dove si legge inoltre che ‘i greci sono alla fame, ma hanno gli arsenali bellici pieni’ per ‘l’ingordigia della Merkel e di Sarkozy’ che hanno fatto pressioni sul governo greco per vendere armi e arricchire così i produttori tedeschi e francesi. Uno scandalo, un comportamento immorale!
La BCE si rifiuta, in nome della stabilità finanziaria, di monetizzare il debito pubblico, eppure con il Long term refinincing operation ha fornito alle banche finanziamenti per 484 miliardi di euro al tasso dell’1% Le banche, con i soldi della BCE, investono in bond il cui tasso di interesse è 5/6 volte più alto, mentre quello sui titoli greci è giunto al 33%.
I risultati delle politiche dell’UE, del FMI, della BCE fanno sì che si realizzino ‘profitti sul disastro greco’ da parte degli ‘avvoltoi della finanza’ – come titola addirittura Il Sole 24 Ore del 18 gennaio 2012 –, mentre l’economia greca sprofonda nella recessione: a fine 2011 il PIL è crollato del 7%. Come si può ripagare il debito se l’economia va a rotoli? Quale logica guida le politiche dell’UE? Solo quella di far pagare la crisi ai popoli − crisi scatenata dalla speculazione finanziaria, non lo dimentichi Presidente!
Non è finita qui, perché l’Eurogruppo, per bocca del suo presidente Jean-Claude Junker, vincola la concessione di aiuti alla Grecia per 130 miliardi − che servono a capitalizzare le banche, a pagare gli interessi e il debito in scadenza − all’impegno dei partiti perché il prossimo Parlamento, qualsiasi sia la maggioranza, rispetti i piani imposti dalla ‘troika’.
È la fine della democrazia, anche di quella rappresentativa. La rappresentanza politica, di qualsiasi colore sia, non deve rispettare la volontà degli elettori ma obbedire agli ordini di un’oligarchia da nessuno eletta.
Alla Grecia si stanno somministrando misure analoghe a quelle scellerate imposte alla Germania nel 1919 con il Trattato di Versailles. Presidente si ricordi, però, che le riparazioni e il pagamento dei debiti di guerra fecero da incubatore del nazismo!
Come Keynes chiese la ‘revisione’ dei Trattati di pace per cancellare l’iniquo fardello imposto al popolo tedesco, così oggi con le lotte il popolo greco chiede di non essere distrutto dal fardello imposto con le politiche di austerità.
I piani di cosiddetto consolidamento fiscale stanno distruggendo la stessa idea di Europa, perché causano divisioni tra i popoli mentre le disuguaglianze aprono ferite sociali profonde. Per uscire dalla crisi sono necessarie politiche che creino occupazione con lavori ‘decenti’ e ambientalmente sostenibili. È necessario che si restituisca la parola ai cittadini e alle cittadine perché si costruisca un’Europa finalmente democratica.
Grazie per l’attenzione
Cordiali saluti
Comitato italiano NO DEBITO
Roma 16 febbraio 2012
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